Le collezioni digitali risultato di un processo di digitalizzazione o di una raccolta di materiali digitali nativi, concorrono alla costruzione di nuovi paradigmi culturali. Questo processo non solo influenza il modo in cui le biblioteche si relazionano con il pubblico, ma incide anche sulla costruzione e la comunicazione del brand della biblioteca digitale. Il branding diventa così un elemento fondamentale per rendere queste collezioni riconoscibili, attrattive e facilmente accessibili.
Il marketing in questi ultimi anni ha subito cambiamenti profondi. Il suo percorso teorizzato soprattutto da Kotler ha visto via via la trasformazione dal marketing orientato al servizio (analogico-fisico), al marketing orientato al cliente, al marketing centrato sull’uomo (il marketing umanistico), al marketing “in un mondo digitale” in cui tecnologie e strumenti hanno assunto un ruolo da protagonisti con il loro effetto sulla quotidianità delle nostre abitudini.
Negli ultimi anni, il marketing ha subito una trasformazione radicale. Partendo dal modello centrato sul servizio per poi evolvere verso il marketing umanistico, oggi si arriva a un approccio che combina le tecnologie digitali con la comprensione profonda dei bisogni del pubblico, creando un’interazione equilibrata tra innovazione tecnologica e dimensione umana. In quest’ottica, come sostiene Philip Kotler, il “technology for humanity” rappresenta la sintesi ideale tra intelligenza artificiale e sensibilità umana.
Il ruolo del brand nel rendere accessibili le collezioni digitali
Attraverso un processo di branding mirato, le biblioteche digitali possono avvicinare il pubblico alle loro collezioni in modo autentico e coinvolgente. La strategia di branding per una digital library non si limita alla scelta di un nome o di un logo: costruisce un’identità che rispecchia valori, esperienze e memoria collettiva, con lo scopo di connettersi ai bisogni e alle aspettative del pubblico.
Il primo passo consiste nel far conoscere l’esistenza delle collezioni digitali: senza una comunicazione efficace, queste risorse rimangono inaccessibili e sconosciute. Il branding aiuta a rendere la digital library facilmente identificabile, attraendo l’interesse e la curiosità di diversi pubblici, dai ricercatori e accademici ai cittadini e ai turisti, in un’ottica inclusiva. Ogni pubblico ha esigenze e linguaggi diversi, il brand deve sapersi adattare per raccontare storie che risuonino con le persone, anche attraverso canali social o percorsi narrativi digitali.
Un brand efficace non è solo la componente identitaria (brand identity) che viene comunicata attraverso logo, payoff, colori, font. Infatti, agli elementi di design, è associato il tone of voice del linguaggio scelto e la strategia di comunicazione individuata. Un esempio interessante è digit.a.re la biblioteca digitale della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.

Il logo è la sintesi del payoff: Digital Archives Reggio Emilia. Ma la lettura può essere anche “digitare” oppure “digit(ale) a Reggio Emilia. Il colore scelto è caldo e ben riconoscibile. Il font è elegante, il tone of voice garbato. È un brand ricco di significati.
Il brand come promessa e relazione
Il branding della biblioteca digitale è molto più di una somma di elementi grafici: è un’idea che unisce significati e valori condivisi con il pubblico, creando un legame duraturo. Come afferma Kapferer, ogni brand ha la sua storia e la sua personalità proprio come una persona. E come una persona agisce, parla, sente, racconta. Nel caso delle biblioteche digitali, questo racconto prende forma in una promessa di accessibilità, accoglienza e partecipazione. Come sottolinea Walter Landor: un brand è una promessa.
Le digital libraries, attraverso il branding, possono così trasformarsi in un’esperienza che non si limita all’accesso di contenuti, ma che costruisce una connessione profonda e significativa con il pubblico, rendendo le collezioni digitali parte del patrimonio culturale condiviso e contribuendo a una memoria collettiva viva e partecipata.
Altri esempi di brand in Come comunicare la biblioteca digitale (DoGe, Sanzio Digital Heritage, Liberabit, NexHum, Digital Library PAVIA)
Credits: le immagini di copertina sono tratte da Digit.a.re