Dedicato a Vivian Maier. Sguardi, emozioni e tecnica

Ala scoperta di una fotografa straordinaria e di una donna la cui vita sembra la trama di un libro.

Vivian, una vita fra bambini e fotografie

Vivian nasce nel 1926 da padre americano di origini austriache e da mamma francese che con il matrimonio acquisisce la cittadinanza americana.

Finito il matrimonio dei genitori, lei rimane con la madre e trovano rifugio presso un’amica francese, Jeanne Bertrand, fotografa professionista. Questo incontro trasmette ad entrambe l’amore per la fotografia. Non è, infatti, un caso che, rientrate per alcuni anni in Francia (dai sei/sette anni di Vivian ai 12) , anche la madre è autrice di alcune fotografie che testimoniano il loro soggiorno.

Ritornano in America, superano gli anni della guerra mondiale e attorno agli anni ’50-51 Vivian è di nuovo in Francia per vendere una proprietà ricevuta in eredità. Con due macchine fotografiche fissa sulla pellicola immagini e ricordi.

Di nuovo in America passa gli anni seguenti a fare fotografie e a lavorare come bambinaia, vivendo con diverse famiglie. Alla morte della madre, nel 1975, a 49 anni anni Vivian rimane sola. La sua famiglia sono le famiglie dove lavora e dove segue i bambini e le sue 200 casse piene di negativi e fotografie. Man mano che passano gli anni per Vivian arrivano anche difficoltà economiche e per questo la sua situazione non le consente di manteneree le sue casse con sé che finiscono in box in affitto. Fra i suoi “bambini” i Gensburg sono quelli che l’aiutano, le trovano un alloggio e la seguono con affetto. Nel 2008 ha un banale incidente, cade, batte la testa e non si riprende più. Finisce la sua vita a 83 anni, il 21 aprile del 2009. (Wikipedia)

La scoperta di una fotografa straordinaria

E’ il 2007 quando John Maloof, giovane figlio di un rigattiere, acquista per soli 380 dollari,  durante un’asta, un box confiscato per mancato pagamento. L’obiettivo di John è uno studio sulla città di Chicago e quindi è alla ricerca di materiali iconografici che possono essergli utili. Nel box trova una cassa contenente decine e decine di negativi e di rullini fotografici ancora da sviluppare. Maloof inizia a stamparli e scopre un’artista straordinaria e un tesoro prezioso. Da quel momento il suo obiettivo è cercare tutto il materiale in qualche modo collegato a questa signora “ossuta” e dal carattere deciso e intransigente. Arriva così a raccogliere oltre 150.000 negativi e 3.000 stampe.

Vivian Maier e la street photography

Vivian è una figura misteriosa e affascinante. E questo fascino si ritrova nelle sue fotografie. Anche se sono disponibili molti scatti a colori, trovo straordinarie le sue foto in bianco e nero. Forse perché sono figlia e nipote di fotografi professionisti che del bianco e nero esaltavano la capacità di narrare in modo elegante tutto quanto (o quasi tutto) quello che viene ritratto.

Vivian fissa le immagini della strada è una anticipatrice o meglio, fa parte, della street photografy che annovera nomi come Henri Cartier-Bresson o, seppur per una parte della sua produzione, Steve Mc Curry.

Di Vivian sono straordinarie le immagini della città, dei visi, degli scorci. Una fotografia a volte dura, sempre limpida e concreta. Spesso fatta di sguardi.

Spesso c’è anche lei fra i protagonisti. Famosi i suoi autoritratti, emblematici e toccanti.

Uno sguardo quasi rubato ma indagatore, al tempo stesso. Uno sguardo austero, che non lascia spazio al sorriso. Un gioco di luci e ombre suggestivo e enigmatico. Ombre e riflessi.

A volte, invece è una figura discreta, di sfondo.

Vivian Maier

Vivian Maier fotografava per se stessa.

Perché era, secondo me, un modo per sentirsi viva e vivere una sorta di vita parallela alla sua vita quotidiana. Una vita vista allo specchio o meglio attraverso lo specchio, l’obiettivo della sua Rolleiflex.

Vivian Maier

È stata anche una grande (o forse la più grande) fotografa di figure femminili. Ritratte in varie situazioni, Vivian è sempre attenta a creare una corretta scenografia che faccia loro da contorno: una luce speciale, un’ombra, la posizione stessa delle protagoniste.

New York, 1954
©️ Estate di Vivian Maier

Ci sarebbe moltissimo altro da mostrare e evidenziare dell’opera di Vivian. Le sue fotografie sono una scoperta dietro l’altra e ciascuna è un piccolo capolavoro. Un consiglio: non mancate di visitare mostre di Vivian Maier se per caso ne avete l’opportunità e di tanto in tanto date un’occhiata al sito a lei dedicato dal suo scopritore e dal quale sono tratte tutte le foto di questo post tranne quella che segue. C’è anche una pagina Facebook nel quale sono riproposte.

Questa è la mia fotografia ad una delle sue fotografie esposte ai Musei di San Domenico a Forlì nel 2018 (e si intravede anche il momento del mio scatto).

Vivian Maier