Devid Panattoni: l’incontro con gli archivi (e l’archivistica)

Devid Panattoni è il coordinatore della biblioteca comunale di Altopascio (LU), un bibliotecario appassionato del suo lavoro/missione che vive con intensità. La biblioteca, che ho avuto il piacere di visitare (ecco il post dedicato al corso che ho tenuto qualche tempo fa), è accogliente. Le proposte sempre aggiornate, le iniziative attente alle esigenze dei cittadini. La notizia della sua nuova laurea magistrale in archivistica mi ha sorpreso e per questo ho chiesto a Devid Panattoni di condividere con noi la sua esperienza ma anche le sue emozioni e sensazioni.

Durante i mesi del lockdown a causa della pandemia da COVID-19, marzo-maggio 2020, a un certo punto ho trovato assai noioso perdere altro tempo dietro alle “operatività casalinghe”. Infatti, dopo le prime settimane di lavaggio tende, pulizie in tutti i cantoni della casa, sperimentazioni di ricette di cucina spesso andate … nel cestino, etc. era arrivato il momento di fare altro. Così ho deciso di ricominciare a studiare. E da qui, la scelta di iscrivermi nuovamente all’Università e di conseguire una seconda laurea magistrale. Ma cosa scegliere? In primis ho pensato a Relazioni internazionali (Scienze politiche), ma purtroppo nel piano di studi c’erano cose che mi interessavano poco. Allora ho valutato anche Storia dell’arte. Ma un conto è il piacere di andare per musei, pinacoteche, gallerie d’arte e una cosa è lo studio vero dell’Arte. Nelle innumerevoli videochiamate con amici, colleghi, etc. un bel giorno mi venne in mente l’idea giusta. Approfondire o meglio scoprire il mondo degli archivi e degli archivisti.

Dalla biblioteca all’archivio

Devid Panattoni
La biblioteca di Altopascio (credits)

Lavoro dal 1° luglio 1996 alla Biblioteca Comunale “A. Carrara” di Altopascio (LU), sono un bibliotecario e di archivi ne ho sempre sentito parlare, certo. Ma una conoscenza superficiale e non diretta. Anzi, pensavo il mondo degli archivi, ignorantemente, un po’ buio, polveroso, pieno di carte per lo più non comprensibili per me … Quello che mi ha fatto cambiare idea sono state le conversazioni con alcuni amici/conoscenti archivisti. In qualche modo, chiamata dopo chiamata, sono riusciti ad incuriosirmi e affascinarmi. Al punto che alla fine mi sono iscritto alla magistrale in Scienze archivistiche e biblioteconomiche dell’Università di Firenze. Ma non solo, ho deciso di discutere una tesi in archivistica, proprio per mettermi in gioco!

L’incontro con gli archivi ( e l’archivistica)

Tralascio le varie questioni burocratiche per una nuova immatricolazione, semplificata fortunatamente dal web. A settembre 2020 ero già in DAD a seguire il mio primo corso di archivistica, Archivistica informatica – materia in cui mi sono anche laureato a dicembre 2021 con la tesi: “Memoria, cultura, cittadinanza: dalla Fototeca Storica della Versilia alle raccolte del Comune di Seravezza. Conservazione, valorizzazione e promozione”.

Devid Panattoni

Cos’è accaduto in questo percorso di studi? Che gli archivi mi si sono mostrati per quello che sono, anche se penso di averne percepito solo una piccola parte, ovvero luoghi affascinanti, luoghi e custodi della storia, luoghi di potere, etc. Ma soprattutto, e questa è la cosa più importante, mi hanno spinto a fare una personale “pulizia mentale”. Pulizia che ha eliminato i miei pregiudizi di luogo della polvere, delle carte accatastate, di topi o piccioni e chissà cos’altro.

Arrivando dal mondo (abbastanza) dinamico delle biblioteche pubbliche mi sono subito un po’ scontrato con una realtà diversa. Più privata, più elitaria, meno tecnologica, meno aperta e per certi aspetti meno disposta a comunicare “il sé” (questo chiaramente ai miei occhi inesperti!) Per cercare di mettermi al passo con il loro mondo ho anche seguito un corso dell’ANAI sulla comunicazione via social di archivi e biblioteche, ma da quel punto di vista mi pare che, al momento, ci siano due diverse velocità per quanto concerne marketing culturale, fidelizzazione, conoscenza e comunicazione… ma potrei sbagliare, ci mancherebbe!

Tutto questo però non mi ha scoraggiato minimamente, anzi ha contribuito ad affascinarmi ancora di più. Perché ci sono tante cose da poter fare soprattutto a favore della cittadinanza.

Un bilancio finale

Chiaramente avere un titolo accademico è una cosa e possedere una professione è un’altra questione. Infatti, archivista e bibliotecario sono due professioni che richiedono anni di studio e di “manovalanza culturale”; anche se in Italia il mondo dei beni e delle attività culturali ops … il mondo della cultura, è un po’ bistrattato! Questa breve esperienza alla “porta degli archivi” mi ha affascinato e continua ad affascinarmi e, sinceramente, mi piacerebbe saperne ancora qualcosa di più. Sicuramente vedrò di frequentare qualche corso di archivistica contemporanea, di continuare le varie conversazioni con gli amici/conoscenti archivisti ed altro ancora … questo nuovo viaggio è iniziato e vedremo dove mi porterà!

Credits immagine di copertina, Fotografie ICCD