Donata e io abbiamo (almeno) due cose in comune: la nostalgia per la montagna (lei infatti si definisce “nostalgica montanara“) e una lunga frequentazione della rete. Per motivi diversi (lei inizialmente per curiosità, io per lavoro) ci siamo dalla fine degli anni 90. Questo suo intervento nello “spazio ospiti” ha come tema proprio il rapporto di Donata con la rete. Ma soprattutto la sua esperienza di fondatrice della più grande comunità di bibliotecari su Facebook: Biblioteche e Bibliotecari Italiani.
Donata e la rete
Cresciuta in una famiglia di persone curiose, ho avuto accesso al computer fin da piccola, e la rete internet è entrata in casa alla fine degli anni ’90. La casella di posta aveva bisogno di mezz’ora per aggiornarsi, e il modem, al momento della connessione, emetteva un suono che ci siamo quasi dimenticati. Essendo piuttosto introversa, ho vissuto la successiva nascita dei social, agevolata da una rete più veloce, come una grande opportunità protetta di socializzazione, confronto ed interazione. I confini della mia valle, oltre ai quali ero andata ben poco, venivano ampiamente superati da un pc collegato, e potevo tessere relazioni virtuali con molte persone, con le quali condividevo passioni, progetti, o una professione.
Facebook e “Biblioteche e Bibliotecari Italiani”
Ho conosciuto Facebook poco dopo il suo esordio italiano. Ho aperto un mio profilo e ho subito cercato gruppi o pagine che potessero fare al caso mio. Nel frattempo, sono diventata bibliotecaria, realizzando il sogno di svolgere a tempo pieno un lavoro che mi piaceva. Mi sono resa conto che non esisteva ancora una “piazza virtuale” dedicata alle biblioteche e ai bibliotecari italiani. Ho quindi pensato di aprire un gruppo che colmasse questa lacuna e istintivamente l’ho fondato nel febbraio 2008. L’ho chiamato “Biblioteche & bibliotecari italiani”.
Una crescita importante
Oggi, “Biblioteche e bibliotecari italiani” (la “&” è stata trasformata in “e”), con oltre 13.400 membri (al 29 gennaio 2022), è la più grande e la più importante comunità di bibliotecari esistente su Facebook. All’inizio si poteva accedere liberamente, e venivano accettati anche semplici lettori che solamente amassero le biblioteche o le frequentassero. Ma con il passaparola il piccolo nucleo iniziale, costituito da persone che conoscevo anche di persona, si è rapidamente ampliato. Più i membri aumentavano, più cresceva il numero e la tipologia di argomenti condivisi. Sentivo sempre più il bisogno di formare un gruppo di redazione, con il quale lavorare e discutere di moderazione del gruppo.
La redazione
Negli anni successivi, ho chiesto quindi a 3 colleghi con ruoli e formazione differenti dai miei di affiancarmi nella conduzione. La squadra ha funzionato, grazie a un confronto immediato e serrato sugli argomenti o sui comportamenti più critici, per giungere sempre a conclusioni univoche e concordi. La linea che abbiamo scelto è morbida. Osserviamo quanto accade “da dietro le quinte”, cercando di rispettare le opinioni di tutti, ma siamo intransigenti quando non c’è rispetto reciproco. Giulio Blasi, Mirko Bonanni e Denise Picci sono tuttora amministratori del gruppo, assieme a me.
I temi
I temi che vengono trattati nel gruppo sono, soprattutto a partire dal primo lockdown, di estrema attualità. Si aprono discussioni sulle norme da seguire durante l’emergenza sanitaria, si danno consigli sui testi da studiare per i concorsi che si stanno svolgendo in qualche zona d’Italia, si parla del ruolo delle biblioteche. Il punto di vista dei singoli è sempre apprezzato ed accolto, purché non si ecceda in autoreferenzialità o nella pubblicità di proprie attività che poco hanno a che fare con le biblioteche. Il tutto si svolge con l’immediatezza tipica del social, in modo molto più informale di una lista di discussione professionale via mail.
Una grande “bibliodiversità”
Chi frequenta il gruppo si rende conto della grande “bibliodiversità” esistente nel nostro paese. Grazie alla presenza di numerose tipologie di biblioteche, chi vi opera svolge mansioni differenti. Qualcuno si occupa solo di catalogazione o svolge il servizio di reference, altri organizzano eventi culturali, altri ancora gestiscono fondi antichi, eccetera. Una differenza ulteriore è determinata, talvolta, dall’appartenenza ad un certo sistema bibliotecario o ad una Regione. Ecco perché a volte ci sono delle incomprensioni: i bibliotecari sono di tante specie diverse.
Dibattito e confronto
Personalmente, ho sempre stimolato il dibattito, anche su aspetti spinosi come il lavoro svolto a porte chiuse durante il lockdown, attraverso domande dirette, nella convinzione che un gruppo così ampio e partecipato potesse e dovesse essere di utilità per tutti. Ritengo che il mondo dei bibliotecari italiani sia poco conosciuto, e, ahimè, sia tuttora ricco di pregiudizi. In alcuni casi ho raccolto i dati, rielaborandoli in alcuni post in un mio blog effimero (ladispensatricedistorie) in modo che il resoconto potesse essere condivisibile da tutti. Credo anche che questo luogo virtuale sia un buon “punto di partenza” per chi sta ancora studiando e vorrebbe intraprendere la professione. Qui trova sempre qualche bibliotecario “senior”, pronto a dare un’indicazione, un consiglio, qualche dritta.
Aneddoti
Tra gli aneddoti più simpatici, posso riportare la risposta di un signore ad una delle domande di accesso al gruppo. Domande che noi amministratori abbiamo impostato qualche tempo fa per limitare l’accesso solamente a chi è davvero interessato. A “Perché vuoi iscriverti a questo gruppo?” rispose “Moglie bibliotecaria”. Era senz’altro una motivazione eloquente. Molti di noi restano bibliotecari anche al di fuori della soglia delle biblioteche, perché è una professione che si impara “a bottega”, ma che ci si cuce addosso e ci portiamo a casa.
Conosciamo meglio Donata
Donata Caselli è una dispensatrice di storie da sempre. Lo è di mestiere da almeno 15 anni. Pratica in una biblioteca di campagna in provincia di Treviso, tutti i giorni. Di origini montane, risiede in pianura, ma non si è ancora rassegnata all’assenza delle cime. Crede nella somministrazione subliminale di conoscenza, e definisce il lavoro culturale la vera resistenza del tempo presente. Alterna la penna alla tastiera da 30 anni, certa che le reti migliori siano ibride. Ha realizzato gruppi e pagine Facebook per biblioteche, istituzioni e gruppi, ha gestito pagine web ed ha creato il blog della biblioteca di Breda di Piave (TV), movimentato e ancora attivo, 10 anni fa: di quest’ultimo ha parlato anche al convegno “Nuove biblioteche per nuovi lettori” alla Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso nel 2013.
Grazie Donata !!!
Copyright: il testo è di Donata Caselli (tranne quello in blu). Le foto sono state fornite da Donata Caselli. Tutti i diritti di testo e immagini, sono riservati.