Emma Calderini

Emma Calderini: storica, costumista, artista.

Emma Calderini nasce a Ravenna nel 1899, è costumista e storica del costume. All’artista ravennate è dedicata in Biblioteca Classense una mostra molto interessante, dai tratti eleganti e raffinati come le opere della protagonista. Coinvolgente e sorprendente inquadra la produzione dell’artista e offre un’esperienza di visita molto piacevole.

Conosciamo Emma

Emma Calderini “ebbe grande successo tra gli anni Trenta e Sessanta; da Ravenna, dove frequentò l’Accademia ed ebbe come maestro Giovanni Guerrini, si trasferì a Milano: qui lavorò per riviste e case di moda prima di dedicarsi allo spettacolo come costumista. Fra gli altri, Ettore Romagnoli, Anton Giulio Bragaglia, Enzo Ferrieri, Sandro Bolchi le chiesero di collaborare alle rappresentazioni teatrali, cinematografiche o televisive che diressero. Emma Calderini produsse centinaia di bozzetti, schizzi e disegni che sono custoditi in varie istituzioni italiane, dalla Raccolta Bertarelli di Milano, alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, alla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano”. Cit. Presentazione Mostra – Biblioteca Classense

Interessante la biografia di Emma tratta da Treccani . Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 34 (1988)

Gli abiti: “lana, seta e crinoline”

Particolarmente belli i disegni di alcuni abiti, dai colori e dalle forme sorprendenti. I particolari sono straordinari, da notare nell’immagine seguente a sinistra le calzature con zeppa e a destra l’acconciatura “complessa”.

Emma Calderini

Bellissima questa riproduzione dall’originale della Civica Raccolta Bertarelli, Fondo Emma Calderini, Cartella Lombardia. Sono disegni dei bozzetti per accessori di costumi lombardi (1930 – 1950). Realizzati in inchiostro e acquerello, su carta, mostrano uno studio dettagliato, ancora una volta, dei particolari.

Emma Calderini

Vere e proprie opere d’arte i disegni mostrano anche nella scelta dei colori e delle fantasie dei tessuti, uno stile raffinato.

ndr: le linee grigie sono prodotte dai riflessi delle luci sulle bacheche di vetro

Nelle note di commento scritte con una calligrafia chiara e elegante da Emma Calderini, nell’immagine a sinistra si legge: “1680-720 Abito con corpetto in velluto e la gonna in raso ricamata. Collo e maniche di tulle“. Nell’immagine di destra: “1700. Abito di seta- Sottoveste pure di seta guarnita come le maniche e il collo di blonda“. La blónda s. f. [dal fr. blonde, propr. «bionda», perché in origine fatta con la seta cruda] era una “Speciale trina sottilissima a fuselli, lavorata in seta, per abbellimento delle vesti muliebri; fu particolarmente in uso nel sec. 18° sotto Maria Antonietta, regina di Francia” (Treccani)

“Il suo modo di lavorare, vagliando e raccogliendo quantità enormi di testi e immagini, presuppone un atteggiamento da storica attentissima alle fonti“. Lo testimoniano, in particolare, le sue opere edite, anch’esse esposte in mostra: Acconciature antiche e moderne (1962) e, soprattutto, il Costume popolare in Italia (1934). Volume pubblicato sotto gli auspici di Corrado Ricci e Aldo Spallicci. La sua particolare attenzione al tema del costume trova traccia anche in questo video dell’Istituto Luce del 1934.

E per finire questa veloce sintesi della mostra, due splendidi abiti in cui il giallo dorato è il colore dominante.

Emma Calderini

L’immagine di copertina è il logo della mostra Classense copyright.


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