Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour di Fiammetta Sabba

Il saggio di Fiammetta Sabba, Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour è impegnativo ma, al tempo stesso, piacevole e avvincente. Non pensavo che un testo scientifico, risultato di una ricerca accademica approfondita e documentata in modo analitico in ogni suo aspetto, potesse essere così coinvolgente. Probabilmente perché riesce a trasmettere (e questo è un grande pregio), oltre che la competenza, anche la passione di chi lo ha scritto.

Un viaggio fra i viaggi che attraverso secoli e terre costituirono il fenomeno del Grand Tour (il grande viaggio). Una ricerca, come dice l’Autrice che, al di là di nomi, dati, notizie, si muove da una prospettiva non storica ma contemporanea. Interessante ed avvincente.

Il libro si sviluppa su due linee principali: il viaggio e le biblioteche.

Come è noto il termine turismo deriva proprio dal Grand Tour

che, iniziato nel xvii secolo e, ben sostenuto fino a tutto il xix si manifestò con lunghi viaggi nell’ Europa continentale.

I viaggi erano

effettuati dalla gioventù europea ricca e aristocratica, per accrescere il proprio livello di educazione sia mondana, che soprattutto culturale.

L’Italia era fra una delle mete fondamentali: Roma, Napoli, Pompei ed Ercolano (scoperte nel 1738 e nel 1748), ma anche altre città minori. I turisti, ci dice Fiammetta Sabba, cercavano oggetti, consultavano documenti, descrivevano architetture, giardini, paesaggi. In molti casi i viaggiatori effettuavano ricerche e indagini sulla popolazione ed anche su aspetti produttivi ed economici dei territori visitati.

Quello che nel libro è ben evidenziato è che il Grand Tour non fu soltanto

una attività di privato piacere, quanto piuttosto un fenomeno molto più vasto, di portata sociale e culturale.

Il Grand Tour rappresentò, infatti

la premessa per la nascita di un autentico turismo inteso come fruizione e godimento del patrimonio naturalistico e culturale.

Di più,

diede avvio a quel processo di apprendimento individuale oggi definito […] lifelong learning.

Infatti il Grand Tour segna la trasformazione dai pellegrinaggi medioevali al moderno viaggio concepito come esperienza formativa e di arricchimento culturale personale.

La letteratura di viaggio

All’esperienza del viaggio in sé , si affianca il racconto dell’esperienza attraverso la stesura di testi molto diversi fra loro come tipologia e contenuti. E’ la letteratura di viaggio (letteratura odeporica dal greco ὁδοιπορικός) che della sua diversità fa proprio la sua caratteristica:

dai racconti di viaggio vero e proprio, racconti di pellegrinaggi, guide […], testi geografici, descrizioni di singole città,

ma anche lettere e appunti.

Da questo scenario nascono i manuali di viaggio fino ad arrivare alle guide che oggi noi utilizziamo. L’Autrice ci conduce alla scoperta di questa letteratura ed evidenzia le differenze fra resoconti di viaggio e guide. In particolare, mettendo in luce per quest’ultime il loro processo di trasformazione e di perdita, nel tempo, di “ogni forma di tenore scientifico” . Via via semplificandosi sempre di più fino a giungere a strumenti per un turismo di massa non più erudito.

Grand tour
Pittori e letterati danesi in un’osteria (La Gensola) di Roma in un dipinto (1837) di Ditlev Blunck.

Viaggiatori e biblioteche

Dopo una prima parte che inquadra il fenomeno del Grand Tour e della letteratura di viaggio, l’Autrice parla delle caratteriste dei viaggiatori e dei loro diversi interessi. A personaggi noti (Jean Mabillon, Gottfried Wilhelm Leibniz, Charles de Brosses, Johann III Bernoulli, Goethe, giusto per citarne alcuni), si affiancano personaggi poco conosciuti ma non per questo meno interessanti da conoscere. Anzi, proprio ad alcuni di loro si devono anche notazioni curiose, inattese o buffe:

“i volumi erano cosparsi di frittata, il cibo preferito da Magliabecchi, e di tabacco” (p. 174)

Affascinante la parte dedicata alle biblioteche, tappe del viaggio o addirittura mete dei viaggi del Grand Tour. Come ben descrive Luca Montagner nella sua recensione

Attraverso gli occhi di testimoni oculari, si entrerà tra le stanze della Biblioteca Vaticana a Roma per scoprirne le bellezze o si ammireranno i preziosi volumi dell’Ambrosiana a Milano. O ancora si andrà alla scoperta del salone michelangiolesco della Biblioteca Laurenziana e dell’astuto Angelo Maria Bandini che, come raccontato dallo storico Martin Gerbert, aveva organizzato una vera e propria storia della Biblioteca fiorentina da lasciare ai visitatori.

A queste, nei resoconti, si aggiungono anche la Marciana di Venezia, San Marco a Firenze ed altre.

l viaggiatori interessati alle biblioteche hanno giudicato prima di tutto accessibilità e qualità dei cataloghi. Anche i bibliotecari sono stati giudicati: lodi sperticate in alcuni casi, critiche aspre in altri (ad esempio giudicati poco disponibili in Marciana ). Ad Ambrosiana e Laurenziana sono riservate le lodi maggiori: ai bibliotecari, all’accoglienza della struttura e al patrimonio consultabile. Parametri validi anche oggi per esprimere giudizi di merito sulla struttura bibliotecaria.

Grand tour
Biblioteca medicea Laurenziana – interno

Biblioteche e turismo culturale

Le biblioteche, quindi, sono incluse negli itinerari dei visitatori come parte integrante e, ripeto, in alcuni casi, meta principale del viaggio. Biblioteche, quindi, come luogo di visita, prima dei musei (che sono più recenti come concezione e degli archivi). Proprio nelle biblioteche sono infatti custoditi non solo materiali librari ma anche oggetti, documenti, testimonianze di vissuto che le rendono uniche e straordinarie.

Oggi le biblioteche, come osserva giustamente l’Autrice (pag. 23) sono fuori dagli itinerari di viaggio del turismo di massa mentre possono rientrare in quelli del turismo erudito, seppur in modo molto limitato (aggiungo, purtroppo).

Stimolante l’ipotesi di possibile rilancio della presenza delle biblioteche negli itinerari suggerito a pag. 22 (nota 2):

una maggior consapevolezza sulla storia delle biblioteche potrà, forse, contribuire poi alla possibilità di destinare le antiche e storiche biblioteche statali italiane anche a uno spazio espositivo ed a richiamo di tipo turistico. La musealizzazione di questi luoghi non può essere certo l’unica soluzione o quella ottimale per riabilitare il sistema delle biblioteche, ma può aiutare a salvaguardarne le prerogative ed i compiti di erudizione e di documentazione all’interno di una nuova visione eventualmente anche turistico culturale.

Certo è solo uno dei possibili elementi che possono portare ad una diversa valorizzazione delle biblioteche nell’ambito di questa tipologia di turismo. Sono convinta, peraltro, che un maggior sforzo nella comunicazione della biblioteca, possa essere fondamentale. Nella società digitale l’informazione e la condivisione, attraverso l’applicazione di approcci strategici e attività operative, possono infatti essere un volano per favore l’incontro con nuovi pubblici (audience development).

Biblioteche, organismi che crescono

Particolarmente suggestiva è la conclusione del libro:

fra il seicento e l’ottocento è di fatto avvenuta una trasformazione del ruolo culturale, sia estetico che intellettuale, della biblioteca, ed essa è diventata via via innanzi tutto l’istituzione preferita per la formazione delle classi dirigenti, dei corpi docenti, di gruppi di scienziati, e di una società intellettuale in grado non solo di apprezzare, ma anche di condividere il patrimonio delle nuove conoscenze.

Di fatto siamo di fronte ad un passaggio epocale che porta lentamente verso la moderna biblioteca. Naturalmente ancora non come la conosciamo oggi, veramente pubblica, ma impegnata in un processo di crescita come un organismo (Ranganathan).

Da ultimo meritano una nota gli Indici.

Gli indici

Fra gli elementi scientifici, a molti dei quali certamente non riesco a dare la giusta visibilità, vorrei evidenziare un lavoro straordinario presente nel libro. La quantità incredibile di nomi, date, luoghi e informazioni sulle biblioteche è organizzata in 6 indici che corredano l’opera. L’indice delle biblioteche (per viaggiatore), l’indice delle biblioteche (per città), l’indice dei cataloghi bibliotecari, l’indice dei bibliotecari, l’indice delle edizioni odeporiche per luogo di stampa e editore e, infine, l’indice generale dei nomi. Credo che questa parte del lavoro scientifico sia uno degli elementi più interessanti e preziosi non solo perché molto utile per la navigazione nel testo ma come strumento di lavoro per ulteriori studi.


L’immagine di copertina: Jacob Philipp Hackert (1737 – 1807) View of the Gulf of Pozzuoli from Solfatara