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INSTAGRAM: comunicare la biblioteca con i social

Instagram anche in questo ultimo periodo conferma la sua crescita sia fra i social più utilizzati che fra i preferiti (i dati del Report DIGITAL2023, in sintesi). Il fenomeno si percepisce anche fra le istituzioni culturali e le biblioteche, in particolare. Infatti, rispetto a quanto riportato dalle rilevazioni del 2020 che avevano evidenziato uno scarto molto significativo fra Facebook e Instagram è oggi molto più frequente una “doppia” presenza.

Instagram e Facebook: social diversi per pubblici diversi

Facebook e Instagram hanno caratteristiche e “parlano” a pubblici diversi. Facebook è il social più utilizzato da Boomer (1946-1964) con oltre il 18%, Generazione X (1965-1980) e Millennial (1981-1996). Instagram si conferma l’ambiente social preferito ancora dai Millennial e poi dalla Generazione Z (1997-2012). 

Un visual-social

Instagram è l’ambiente visual per eccellenza, che parla attraverso le immagini e i video (storie e reels). Quindi, è importante che la scelta dei contenuti sfrutti il più possibile le sue caratteristiche. La naturale conseguenza è una differente modalità di presentazione e di scelta dei contenuti da pubblicare nei confronti rispetto a Facebook.

Il rapporto Facebook – Instagram

Il tema del rapporto fra i due social è oggetto di letture diverse. Chi sfrutta la possibilità di postare in simultanea i contenuti, sceglie la strada della duplicazione dei due ambienti. Scelta motivata dalla differenza dei pubblici potenziali: ho interlocutori diversi, posso postare le stesse cose. In realtà, una scelta così drastica espone alla possibilità, anche se ridotta, di avere una quota di utenza che segue entrambi i social e che difronte a un raddoppio pressoché totale potrebbe decidere di non seguirci più.

La soluzione migliore sarebbe quella di prepare un PED multicanale in modo da distribuire i contenuti sulle due piattaforma, cercando di evitare le ripetizioni o ridurle al minimo. Ma se questo non è possibile per problemi di contenuti, di tempo, di disponibilità di bibliotecar*, si possono adottare alcuni accorgimenti. Ad esempio, postando lo stesso contenuto ma con foto o video diversi. Oppure quello che posto su Fb lo propongo in Instagram non nei post del feed ma, ad esempio, nelle storie. Che poi ritrovo, organizzate opportunamente, nelle storie in evidenza. Vediamo ora alcuni esempi di biblioteche che hanno scelto la strada di una certa autonomia di Instagram rispetto a Facebook.

Biblioteche Comunali Perugia

Iniziamo con le Biblioteche Comunali di Perugia in cui è evidente l’impegno a differenziare contenuti e tipologia di comunicazione. La pagina Facebook è più “generalista” e ricca di informazioni su eventi e iniziative. Mette in evidenza il canale podcast (un approfondimento in Piacere LibroPhonica), propone citazioni, … Il profilo Instagram pone l’accento sul patrimonio, le proposte di lettura, la storia delle biblioteche. Ad esempio, la rubrica #acceddeoggi, su Facebook è gestita con i post, nel profilo IG è uno dei gruppi di storie in evidenza.

Dokk1

Instagram

La bellissima biblioteca di Aarhus di cui ho parlato anche a proposito dei 4 spazi +1, ha un profilo instagram in cui le immagini della struttura architettonica della biblioteca sono protagoniste. Non è certo un caso viste le caratteristiche strutturale della biblioteca e la sua storia. Inoltre, è solo nel profilo IG che propone i suoi bellissimi bookface. Qualche immagine è riproposta in entrambi i social (questa la pagina Facebook) ma non è una presenza invasiva …

BCT

Instagram

Il profilo della Biblioteche Civiche Torinesi, oltre a offrire una interessante organizzazione dei contenuti che lo staccano dalla pagina Facebook un po’ bacheca-like, si distingue per una bio particolarmente efficace (Una MOLE di sapere a tua disposizione) e un ricchissimo link-tree. Da evidenziare anche la scelta della proposta del branded-hastag #bibliotechecivichetorinesi. Dimenticavo … da non perdere, per noi potterian* di ferro, il reel sulle case di Harry Potter 🥰.

La scelta del ToV

Oltre al tema “cosa pubblicare” su IG e il rapporto con Facebook, merita una riflessione la scelta e “gestione” del Tone of Voce (qui un approfondimento sull’argomento). Il ToV viene essere espresso attraverso le parole ma anche dalla scelta dell’abbinamento con la componente visual: immagini, video.

Un esempio di ToV scherzoso è quello della Biblioteca di Merone che alterna proposte di lettura, a meme divertenti a testimonianze di affetto da parte degli utenti (dolci bellissimi e da quanto scrivono buonissimi 🍰🧁🤤 )

Instagram
Le brioches, il meme, la proposta di lettura

Esempi di ToV istituzionale, elegante e dallo stile molto curato sono descritti in:

Un altro esempio interessante di tov è il MMAB Montelupo Museo Archivio Biblioteca. ToV che nasce da una precisa esigenza, quella di rispondere ad un pubblico specifico, costituito per la gran parte da studenti universitari che scelgono il MMAB come luogo di studio e di incontro. Da qui la scelta proprio degli utenti di chiamarsi mmabbani (con un chiaro riferimento potteriano).

Instagram
Il meme e The Bakeka

I post sullo studio, gli esami si alternano alle proposte di lettura (un esempio è il libro del mese), agli eventi, alle rubriche (come, ad esempio, The Bakeka, che raccoglie spunti e richieste degli utenti), il tutto con ritmo e … una buona dose di ironia. A Instagram il MMAB affianca la pagina Facebook, canali TikTok e Spotify. Ma di questi ultimi, ulteriori canali, ne parleremo un’altra volta.