Territori

Marketing (culturale) e territori: consapevolezza e strategie

In questi giorni ho avuto l’occasione di tenere un corso di Marketing culturale organizzato dalla Fondazione Demarchi nell’ambito della Formazione Manager Territoriali 2021. La platea dei partecipanti si è presentata molto variegata e diversa rispetto ai corsi che ho fin qui tenuto (ad esempio, ai corsi AIB) con la presenza di persone che ricoprono ruoli istituzionali di primo piano (assessori alla cultura, dirigenti, …). Ruoli, per i quali l’obiettivo primario è creare ambienti favorevoli allo sviluppo dei territori, in un contesto di comunità. Ecco, quindi, la linea che ha guidato il nostro incontro: territori, attenzione alla promozione degli elementi connotanti, sviluppo delle competenze per un rinnovamento di proposte e modalità di proposizione.

Mi ha molto colpita una nota scritta a commento delle motivazioni di partecipazione al corso che mi offre l’opportunità di alcune riflessioni. La riporto in forma anonima per il rispetto delle norme della privacy.

Da questo breve corso mi aspetto di crescere in “consapevolezza“: spesso infatti le azioni di marketing intraprese non rispondono ad una reale programmazione bensì ad un intuito che dà frutti nel breve periodo e lascia poco al futuro più lontano. Spesso queste [azioni] hanno natura di “una tantum” più che natura sistematica.

Poche ma efficaci parole per porre in evidenza in maniera quanto mai chiara una delle carenze più significative con cui si ha frequentemente a che fare: la mancanza di un disegno strategico a cui ricondurre le diverse azioni intraprese. Azioni che si svolgono sia in contesti fisici che in quello che si definisce “spazio digitale”. Anzi, proprio la presenza in rete e nei social, in particolare, risente dell’essere il risultato di contingenze o di azioni episodiche. Manca, infatti, molto spesso, quell’attenzione verso ciò che l’Autore definisce “futuro più lontano” e che altro non è che la “visione” applicata all’istituzione e/o ai territori.

Missione e visione

Missione e visione sono due termini intrecciati ma profondamente diversi. La missione è la dichiarazione delle finalità istituzionali, la ragion d’essere (dell’azienda o) dell’istituzione e delle attività da essa svolte. La visione è cosa pensiamo di diventare in futuro nel contesto in cui operiamo. Possiamo utilizzare un esempio dal privato per meglio comprendere la complementarietà di missione e visione. Questo è un esempio di ambito privato, infatti è la NIKE:

Per superare “i frutti nel breve periodo” la definizione di una strategia di marketing è indispensabile. Strategia che deve poter tenere conto delle opportunità dei territori, delle variabili ambientali e delle risorse (esterne e interne) disponibili.

Consapevolezza

Un altro aspetto molto interessante che troviamo nella citazione sopra riportata è il concetto di consapevolezza. Senza la consapevolezza non è possibile alcun cambiamento significativo. E proprio da una nuova consapevolezza possiamo muoversi nella direzione di creare processi strutturati e organizzati per la realizzazione di azioni conseguenti orientate al “futuro più lontano”.