Phygital: possibili esperienze e applicazioni in biblioteca

Phygital è uno dei termini entrato di recente nel nostro vocabolario quotidiano e nel nostro lessico professionale anche se è stato coniato nel lontano 2013 da Momentum, una società australiana di branding e marketing. Con Phygital definiamo una esperienza che comporta un incontro fra fisico e digitale. È una situazione in cui il confine fra digitale e fisico si perde e il risultato non è altro che l’integrazione tra il mondo fisico e quello digitale.

Il phygital è l’ambiente nel quale viviamo. Basti pensare a quando scansioniamo un QR code con la fotocamera dello smartphone o attiviamo azioni digitali come il riconoscimento della nostra identità SPID. Oppure quando entriamo in un negozio fisico, scegliamo un prodotto e con il nostro smartphone lo acquistiamo da un altro fornitore, online.

Cultura e phygital

Il “nostro” ambito, quello della cultura, è già phygital da un certo tempo. E ultimamente ha potenziato proprio servizi e iniziative phygital.

Senza bisogno di citare l’esperienza della biblioteca The house of Wisdom negli Emirati Arabi, molto più vicino a noi, le nostre biblioteche e i musei offrono già esperienze basate sull’uso della multicanalità e dell’incontro fra fisico e digitale.

Anche il digital lending è un esempio di incontro fisico-digitale. E la crescita imponente che abbiamo registrato in questo ultimo periodo ne è una testimonianza concreta. Perché oltre al dato di incremento di prestito quello che è ancora più interessante è l’ingresso in biblioteca di nuovi utenti proprio attraverso questo canale.

Ritornano le parole di Kotler che nel suo Marketing 5.0 parla proprio di omnicanalità e della capacità che dobbiamo avere di sfruttare i diversi canali per la nostra interazione con il pubblico. Indispensabile è favorire le condizioni che consentano al cliente, o meglio, all’utente, di scegliere dove preferisce avere la relazione.

Le 3i

Gli elementi che connotano il concetto di phygital sono apparentemente semplici e ben delineati:

  • Immediatezza: garantire che i servizi siano contestualizzati nel momento in cui “mi servono”, in un preciso momento
  • Immersione: l’utente deve essere parte fondamentale dell’esperienza (sarebbe corretto di parlare di “utente al centro” ma è una espressione che non amo utilizzare)
  • Interazione: creare una relazione, coinvolgendo l’utente in modo anche “emozionale” (è ancora una volta il marketing umanistico).

Quindi, per ottenere un’esperienza autenticamente phygital, è necessaria una tecnologia in grado di favorire l’immediatezza e l’immersione. E, insieme, l’interazione fisica per il coinvolgimento del cliente/utente.

Se riflettiamo è proprio ciò che accade in biblioteca, un luogo di contatto e di servizio a portata di mano (incontro fisico) e di click (incontro digitale).

Quello del phygital è scenario affascinante con molti aspetti ancora da esplorare. Ma in cui si concretizza in modo evidente la nascita di nuovi spazi che integrano gli spazi fisici della biblioteca. Il risultato sono nuove opportunità di incontro e di servizio, di certo una parte ancora da esplorare.