Sara Ammenti

“Vivo di sogni fatti di inchiostro”: l’intervista a Sara Ammenti

NDR: Agosto 2023 – l blog “The Librarian Blog” al momento è stato disattivato dall’autrice. Quindi i link relativi non sono raggiungibili.

Una delle “magie” che mi piacciono di più della Rete è la possibilità di incontrare persone che magari non avresti occasione di incrociare durante il tuo cammino “fisico”. Questo è uno di questi incontri: Sara Ammenti.

Mi sono imbattuta quasi casualmente nel profilo Instagram di Sara.

@sara.nei.libri è uno “spazio digitale” in cui Sara si racconta e ci parla delle sue grandi passioni (libri e lettura). In realtà non solo di libri e lettura ma anche dell’essere bibliotecaria, una professione amatissima (e, aggiungo io, straordinaria). Da lì a “Thelibrarian blog” il passo è stato breve (brevissimo !).

Poi, ecco l’incontro e l’intervista che Sara a fatto a me sui “miei” argomenti”: abbiamo parlato di marketing, comunicazione e biblioteche. A questo punto, è stato naturale chiedere anche a lei di raccontarsi. Qui.

Sara raccontati in 100 caratteri: non è un profilo, parlaci di te

Io dico sempre che la mia anima deve essere fatta di carta perché, ovunque io vada, trovo pagine di me. Le trovo tra le pieghe di un quaderno malriposto, tra le pagine dei libri che leggo fino ad addormentarmi e tra le pile di quelli da sistemare in biblioteca. Vivo di sogni fatti di inchiostro.

Ok lo so, ho barato, sono più di 100 caratteri, ma se c’è una cosa in cui mi sento stretta sono i confini.

La tua esperienza “americana”

In verità confesso di aver scoperto la letteratura americana grazie alla biblioteca in cui lavoro da ormai quasi quindici anni, il Centro Studi Americani appunto.

Vengo da una formazione a dir poco classica: liceo, lettere antiche, studi di paleografia, archivistica e biblioteconomia. Insomma, nulla di più lontano dagli Stati Uniti direi. Poi però succede che al Centro serviva una bibliotecaria e io avevo da poco finito gli studi. All’epoca lavoravo a cottimo, catalogando pile di libri antichi accatastati in stanze molto polverose, finché gli occhi non mi bruciavano. Ma ad essere sinceri, non sentivo la stanchezza perché ogni libro che aprivo era una meraviglia per gli occhi e una continua scoperta.

Edizioni rare, di estremo valore, codici finemente decorati, alcuni addirittura manoscritti. Mi sono approcciata alla collezione del CSA con molti pregiudizi: credevo fosse un lavoro più ordinario, che la catalogazione di stampati moderni non mi avrebbe entusiasmato così tanto. Ci sono voluti diversi anni per scrollarmi di dosso i retaggi di tutto il percorso fatto fin lì, fin quando non ho cominciato a voler conoscere la storia e la cultura del paese che era al centro della nostra collezione.

Un paese fatto di mille paesi

Ho cominciato a leggere molti scrittori americani e a conoscere gli USA attraverso la narrativa, che poi è uno degli strumenti di conoscenza che in assoluto preferisco. Così ho incontrato un paese fatto di mille paesi, popoli e culture diverse e mi sono fatta conquistare dalla vastità di una letteratura dal respiro libero e profondo.

Interviste e incontri con la letteratura americana

Direi poi che la svolta decisiva nella mia esperienza “americana” sia stato il progetto di interviste “Incontri con la letteratura americana”, una rubrica iniziata durante la pandemia proprio con lo scopo di accompagnare le persone in un bellissimo viaggio letterario oltreoceano. Ho avuto l’onore di ascoltare docenti ed esperti di americanistica che mi hanno trasmesso la loro passione e spero di proseguire su questa strada insieme a tutti quelli che vorranno continuare a seguirci.

Perché Thelibrarianblog?

Anche il blog è nato in questi mesi che io chiamo di “attesa”. Avevo bisogno di un luogo in cui raccogliere e riordinare le idee, un diario ma anche un luogo di incontro, seppure virtuale, tra persone che, in un certo senso, considero simili a me e che condividono i miei stessi interessi. Di qui lo spazio dedicato ad alcune delle mie letture, ma anche una sezione dedicata ai libri per bambini e a due progetti a cui tengo molto.

Bibliotecando

Il primo è Bibliotecando, che ho immaginato come luogo di incontro per bibliotecari interessati a scambiarsi idee e opinioni su come imparare a comunicare le biblioteche. Ho sempre pensato che la nostra professione sia spesso poco conosciuta e di conseguenza poco valorizzata. A parte la figura “romantica” del bibliotecario circondato da libri, pochi sanno effettivamente cosa faccia davvero una persona che lavora in biblioteca, quanti studi ci siano dietro e, soprattutto, quanto questa professione sia in continua evoluzione. La sfida del digitale, i social e la pandemia ci hanno messo a dura prova, ma tutti i colleghi e le colleghe che ho intervistato per il blog non hanno fatto altro che confermarmi quanto ognuno di noi abbia cercato di uscire dagli schemi predefiniti per avvicinare i libri ai lettori e viceversa;

Parlare di libri

Il secondo progetto, appena iniziato, si chiama proprio Parlare di libri e vuole dar voce ad un’altra importante categoria dei nostri giorni, i cosiddetti Bookinfluencer, tutti coloro che amano raccontare i libri al punto da influenzare le letture del loro pubblico. Parliamo di profili social da migliaia di follower, che sono diventati il punto di riferimento di tanti lettori e delle case editrici che ne riconoscono, ormai, l’enorme valore anche commerciale. C’è chi lo fa per passione, chi per lavoro, chi semplicemente per divertimento; ognuno ha una storia diversa da raccontare e io non vedo l’ora di poterle ascoltare e raccogliere tutte in questa nuova rubrica online!

Che differenza c’è fra Thelibrarian blog e @sara.nei.libri e quale dei due “ambienti” ti coinvolge di più?

@sara.nei.libri è il mio nome Instagram, che è il social in cui ho iniziato a capire cosa vuol dire fare “rete”. Mi è piaciuto fin da subito avere un posto in cui poter seguire ed essere seguiti da persone che condividono con me la passione per la lettura. Ho sempre avuto un gran bisogno di parlare dei libri che stavo leggendo e non era sempre facile farlo con le persone che avevo intorno, per diversi motivi. Non tutti, infatti, abbiamo gli stessi gusti in fatto di libri e non tutti hanno il chiodo fisso della lettura (per fortuna aggiungerei)! Quindi, quando ho capito che su IG potevo parlare solo di libri e che, come me, lo facevano già moltissime persone, mi sono buttata a occhi chiusi.

Due ambienti: spazio di approfondimento e il mio salotto di accaniti lettori

Sono due ambienti diversi: il blog per me è uno spazio di approfondimento mentre Instagram è il mio salotto di accaniti lettori che mi piace trovare lì tutte le volte che posso. Con alcuni, ormai, ho stretto vere e proprie amicizie e non ci rinuncerei tanto facilmente adesso. Inoltre, qui ho la possibilità di esprimere una buona parte della mia creatività attraverso l’utilizzo delle foto, dei video, dei reel e delle stories.

Cerco di prenderne solo il bello, non sono una di quelle ossessionate dall’algoritmo, costrette a pubblicare almeno un post al giorno per non perdere visibilità. Pubblico quando ho qualcosa da dire o da condividere, altrimenti aspetto anche settimane senza starmi troppo a preoccupare. Cerco di dire sempre quello che penso, seppure con rispetto, delle letture che faccio e non amo condividere solo i libri che mi sono piaciuti: sono per le recensioni oneste, sincere; se un libro non mi piace o non sono riuscita a comprenderlo fino in fondo, non ho problemi a dirlo.

Una vita senza libri è come un respiro lasciato a metà

Anche qui ho un piccolo spazio settimanale dedicato alla letteratura per l’infanzia: libri per bambini consigliati direttamente dai miei due piccoli lettori preferiti, i miei figli. Insomma, largo ai libri e alla lettura, in tutte le sue forme, purché arrivi forte e chiaro il messaggio che una vita senza libri è come un respiro lasciato a metà. Non avrai mai l’animo pieno e appagato di chi ha vissuto, leggendo, migliaia di storie oltre alla sua.

Il profilo di Sara

Bibliotecaria e archivista presso il Centro Studi Americani di Roma, Sara Ammenti cura da diversi anni l’organizzazione del Seminario Annuale di Letteratura, Storia e Cultura Americana, in collaborazione con l’AISNA (Associazione Italiana di Studi Nord Americani) e l’Ambasciata degli Stati Uniti, e segue da quest’anno la rubrica di video-interviste “Incontri con la Letteratura Americana”. Scrive di libri su Thrillernord e sulla rivista The Romaner. La trovate quasi sempre a parlare di libri su Instagram come @sara.nei.libri. Raccoglie pensieri e progetti su The Librarian Blog.

1 thought on ““Vivo di sogni fatti di inchiostro”: l’intervista a Sara Ammenti”

Comments are closed.