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I primi spot realizzati con la GenAI

I primi spot realizzati con la GenAI sono destinati ad essere a breve, anzi a brevissimo, superati da ulteriori nuove realizzazioni! Infatti, le tempistiche di sviluppo delle tecnologie AI sono incredibilmente rapide e quella che oggi è una news, domani è destinata ad essere superata dalla nuova news. Una velocità mai vista in precedenza quando le evoluzioni dei nuovo ambienti tecnologici avevano i loro tempi.

Mi vengono in mente ricordi preistorici di quando internet era agli inizi. Facciamo un breve “ripasso”. Partita nel 1969 con ArpaNET, nel 1973 si definiscono i protocolli TCP/IP. Il DNS (il sistema dei nomi a dominio) è dell’83. Nel 1989 Tim Berners-Lee concepisce il WWW, nel 95 esce Internet explorer di Microsoft. Yahoo! è del 97 e nel 1998 ecco Google. YouTube è del 2005 , nel 2007 esce l’iPhone di Apple che apre l’accesso Internet ai dispositivi mobili e nel 2010 abbiamo Instagram e Twitter. Queste sono state le tempistiche e se penso alla mia esperienza diretta e a quanto scrivevo nel 1998 quando mi occupavo di proporre i servizi internet per l’azienda in cui lavoravo … tutto quello che vedo oggi ha dell’incredibile.

Eppure anche l’AI è partita da lontano: siamo negli anni 50 del ‘900. In quel periodo, il test di Turing, proposto da Alan Turing, divenne fondamentale punto di partenza. Poi, dai tempi quasi fisiologici degli inizi, tutto si è accelerato e si è generata una sorta di rincorsa che connota i rilasci e le nuove funzionalità di questi nostri tempi. Se pensiamo che ChatGPT è uscita il 30 novembre del 2022 e che l’ultima versione, GPT-4o, ha come data di nascita il 13 maggio 2024 e un’evoluzione di funzioni incredibile, direi che è proprio la velocità che caratterizza l’evoluzione della GenAI. Soprattutto alla luce della trasformazione dei servizi erogati e del potenziamento delle capacità di risposta. Ecco, quindi, il motivo per cui definisco questo post già “vecchio”.

I primi spot

Dopo questa breve introduzione, torniamo sulle news di questi giorni: escono i primi spot prodotti/realizzati interamente con gli strumenti di GenAI.

Toys “R”Us

Iniziamo con quello del brand di giocattoli Toys “R” Us realizzato quasi interamente con Sora di OpenAI (al momento ancora non disponibile per tutt*).

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Oltre che dalla pagina del sito dell’azienda, il video anche qui

Questo spot, riprendendo la nota descrittiva del video su YouTube, “raffigura un giovane Charles Lazarus, fondatore di Toys”R”Us e creatore di Geoffrey la Giraffa, che sogna un luogo magico che cambierà per sempre i negozi di giocattoli.

I giudizi sullo spot sono stati molti e decisamente contrastanti. Punto di partenza sono state le preoccupazioni per le possibili “sostituzioni” professionali con l’AI che prende il posto degli umani. Interessante quanto riportato nell’articolo di Youmark nel paragrafo “Le reazioni sui social”.

Entrando nel merito del lavoro, c’è chi lo ha demolito letteralmente e chi lo ha eletto a esempio straordinario. Chi si è concentrato sul viso del protagonista che cambia all’interno del video, evento giudicato molto negativo, e chi, invece, ha giudicato questo elemento come poco significativo. Alcuni hanno definito lo spot mediocre altri hanno fatto leva sulla “primogenitura” della sua natura. Molto più semplicemente, da quanto si legge in alcuni articoli, Kim Miller Olko, chief marketing officer di Toys “R” Us e presidente della divisione produzione Toys “R” Us Studios, ha detto: “il treno è partito e abbiamo deciso semplicemente di essere i primi a salirci”. Punto.

Motorola Razr

Secondo esempio, molto diverso, è quello dello spot di Motorola per il lancio dei suoi nuovi smartphone pieghevoli Razr 50 e Razr 50 Ultra. Creata con l’agenzia francese Heaven, la campagna ha utilizzato una gamma di strumenti di intelligenza artificiale, tra cui Adobe Firefly, Midjourney, Krea.ai, Comfy UI, Hypic, Magnific.ai, ClipDrop, Luma e Udio. Anche la colonna sonora dello spot è stata generata dall’IA, interpolando il famoso jingle ‘Hello Moto’ dell’azienda.

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Lo spot su YouTube

Secondo quanto si legge in diversi articoli (uno per tutti, questo di MarketingDIVE da cui è tratta anche la citazione precedente) il lavoro di circa 4 mesi ha visto la creazione di migliaia di immagini con l’AI, il coinvolgimento di uno studio tessile creativo e due content creator. Quello che però appare evidente è che, a parte gli strumenti utilizzati che appunto sono strumenti, rimane l’dea creativa, la scelta strategica, la conduzione “umana”. O sbaglio?

Diciamo che questo è solo l’inizio, vediamo cosa uscirà …

E per noi? Per l’ambito culturale? Il principio, al di là degli strumenti è lo stesso: storytelling, servizi, contenuto … è tutto nelle scelte e nel contributo dei bibliotecari e delle bibliotecarie.