Mani di fata: le pubblicità in una rivista del 1953

Mani di Fata nasce nel 1925 come “pubblicazione mensile di lavori femminili”. La rivista, edita dalla casa editrice Canetta e pubblicizzata come “moderna, pratica, indispensabile alla donna” è ancora oggi nelle edicole (anche online). Sulla sua storia e il percorso fatto negli anni dalla rivista anche la scheda come soggetto produttore nel SAN del Ministero e nella pagina Sfogliando la moda: la stampa periodica femminile sempre nel SAN. In questa pagina, molto interessante il dossier a cura di Enzo Pio Pignatiello (pdf).

Mani di fata è una rivista che è stata per anni una presenza costante nella mia famiglia, vista l’attitudine e la capacità creativa e manuale della mia mamma. Esperta di ricamo, tombolo, uncinetto: era impensabile non acquistare con una certa frequenza Mani di fata, affiancandola ad altre riviste specializzate. Negli anni questi materiali li ha via via eliminati giudicandoli non più interessanti e “adeguati” alla sua nuova condizione. Inaspettatamente, qualche giorno fa, in occasione di operazioni di “riordino domestico” ho ritrovato il numero di febbraio del 1953.

Le pubblicità nel 1953

Ho iniziato a sfogliarla e. come sempre, le pubblicità pubblicate colpiscono la mia attenzione. L’evoluzione della pubblicità negli anni è un tema molto interessante. Una sorte di specchio che riflette cambiamenti e trasformazioni di costumi, abitudini, interessi. Siamo, come ho detto, nel 1953. In Italia la pubblicità è ancora su carta visto che solo il 3 gennaio alle 11 del 1954 ha inizio il servizio televisivo sul Programma Nazionale (l’attuale RAI 1) e Carosello nasce nel 1957.

Le pubblicità in questo numero di Mani di Fata hanno ancora come oggetto prevalente medicine e prodotti per la salute. In una sorta di continuità con quanto abbiamo visto nel numero dei primi del ‘900 dell’Illustrazione Italiana (vedi post).

Cibalgina, Ovomaltina, Succo d’urtica, Golia, Vicks Vaporub e dott. Biancardi

Ed ecco la pubblicità della Cibalgina (per mal di testa, mal di denti, …). All’epoca conteneva una combinazione di varie componenti fra cui un derivato del  fenildimetilpirazolone. Poi c’è l’Ovomaltina che aiuta il bambino nel caso di “insuccesso nello studio”. E si chiude questa carrellata con la Lozione – Succo d’urtica di Regazzoni contro la caduta dei capelli.

A queste si aggiungono le pubblicità delle “pastiglia Golia, per la gola e per la voce”, del Vicks Vaporub “per tutti i raffreddori di tutta la famiglia, e la “Pomata del dott. Biancardi per far scomparire lentiggini, macchie sul viso, arsure, sfoghi, ….

Super-CIRIO, LUX, Persil e il dado Liebig

Interessante la “comparsa” di Super-CIRIO che “non ingrassa e mantiene la linea” !! A cui si aggiungono le pubblicità dei prodotti come LUX per lavare i capi delicati (ma c’è anche una proposta per il bucato, come “Persil ottimo anche per macchine lavabiancheria“). Non poteva mancare il dado Liebig: “preparato per brodo con aggiunta di grasso e con estratto di carne“. E per festeggiare l’ingresso nelle vostre case delle tavolette Liebig il 15 marzo 1953 saranno estratti a sorte 100 corredi per la casa della Ditta Frette.

L’aspetto delle pubblicità è ancora poco coinvolgente. Infatti, mentre all’interno della rivista i “figurini di moda” e alcune tovaglie ricamate sono già a colori (così come le copertine), le pubblicità sono tutte rigorosamente in bianco e nero. Inoltre, non si trovano pubblicità a pagina intera o a mezza pagina. Si sviluppano tutte in verticale, lateralmente alla pagina per consentire che lo spazio centrale, fra le due facciate aperte, sia tutto dedicato al tema della rivista: lavori femminili come tovaglie, centrini, maglie, …

La pubblicità, quindi, non è ancora in evidenza nella rivista ma ha un ruolo complementare. C’è ancora molta strada da percorrere prima di giungere alle nostre attuali pubblicità (esempi delle pubblicità natalizie).

Il viaggio nella storia della pubblicità, continua …