
Guida n.52 (11/2021) Collana Library Toolbox – Editrice Bibliografica
Dopo l’approfondimento dedicato ai pubblici ecco un altro dei pilastri della strategia di marketing digitale illustrata nella prima guida, Come fare marketing digitale in biblioteca): il brand.
Abstract
Il brand è un concetto complesso che si presta a una molteplicità di definizioni. Un termine che comprende sfumature e significati diversi, che cambiano nel tempo così come si trasformano i mercati, i consumi, i nostri utenti. Fare branding significa mettere in condizione la biblioteca di rispondere alle nuove necessità, migliorando la percezione diffusa del suo valore. Il brand, infatti, non è solo un nome, racchiude sentimenti e sensazioni: è una promessa che aiuta a trasformare il rapporto con gli utenti da incontro a una relazione che dura nel tempo.
Come comincia …
Il brand (o marca) è prevalentemente associato al mondo dell’impresa, al mercato e alla vendita. Può essere identificativo di un prodotto, di una gamma di prodotti o di un servizio. Nella società in cui viviamo la marca si trova a occupare una posizione di primo piano perché, a ben riflettere, le imprese vendono sì prodotti e servizi, ma tutti noi acquistiamo marche. Infatti, la marca va oltre il prodotto in sé, perché è la protagonista di una relazione fatta di fiducia e fedeltà. Walter Landor lo evidenzia quando osserva che “products are made in the factory, but brands are created in the mind”.
Studiare i meccanismi del branding significa addentrarsi in una galassia fatta di mondi diversi perché il brand è un concetto complesso che si presta a una molteplicità di definizioni e declinazioni. Un termine unico che comprende sfumature e significati, che si trasformano così come si evolvono nello spazio e nel tempo i mercati, i consumi e i consumatori.
Brand e biblioteche
Ma cosa c’entra il brand con la biblioteca? La biblioteca non vende, non ha l’obiettivo del profitto, i suoi sono utenti, non clienti. Ma anche gli utenti che vivono i diversi spazi della biblioteca sono soggetti a cambiamenti, così come i mercati e i consumatori. Utenti evoluti, pragmatici, creativi, esigenti. La biblioteca che riesce a rispondere alle nuove necessità fidelizza i suoi utenti, trasforma il rapporto da incontro occasionale o episodico a una relazione che dura nel tempo e migliora la percezione diffusa del suo valore. Il brand, e quello della biblioteca in particolare, non è solo un nome, racchiude sentimenti, sensazioni: è una promessa. Per questo è indispensabile agire sulle percezioni e i significati, aggiornare registri e linguaggi della comunicazione, analizzare bene i pubblici, lavorare su immagine e identità della biblioteca, rivedere la strategia di marketing. Ma tutto questo, in una sola parola, non è altro che fare branding.
Gli ospiti
Un ringraziamento speciale a Maria Stella Rasetti, Stefania Romagnoli, Pietro D’Amico, Giulia Bonazzi e Francesca Incerti. Hanno generosamente condiviso il loro tempo prezioso con noi, con spirito di collaborazione e di squadra. Grazie alle loro testimonianze, quattro paragrafi del Toolbox prendono vita, raccontandoci le storie di importanti realtà bibliotecarie. Leggendole con attenzione, potremo scoprire (o riscoprire) la Biblioteca San Giorgio di Pistoia, la Fornace di Moie di Maiolati Spontini (AN), la Rendella di Monopoli (BA) e il Multiplo di Cavriago (RE): esempi straordinari di biblioteche che lasciano il segno.

Recensione
Alessia Parolotto ha scritto una bellissima recensione che è stata pubblicata nel numero di BibliotecheOggi Vol 40, N° 3 (2022) . E’ possibile anche scaricarla in formato pdf da QUI.
Se vuoi leggere il libro lo trovi su EDITRICE BIBLIOGRAFICA, AMAZON e altre librerie online.