Paese che vai, copertine che trovi: una selezione di anglosassoni

Guest post, autore Mariagiulia Haag


Da lettrice, il mondo delle copertine mi ha sempre incuriosita tantissimo. Certo, alla fine quando scelgo un libro dallo scaffale di una biblioteca o di una libreria, quello che conta davvero sono il contenuto e l’autore, ma la copertina ha senza dubbio un’importante influenza a livello percettivo: la copertina attrae lo sguardo, incuriosisce, conquista, è un’anticipazione del mood della storia.

Uno degli aspetti che trovo più affascinanti, è il fatto che ad uno stesso libro vengano associate copertine, a volte completamente diverse tra loro, a seconda del Paese di pubblicazione. A chi, come me, unisce alla passione per la lettura quella delle lingue straniere, sarà sicuramente capitato di leggere un libro in lingua originale prima dell’uscita della traduzione italiana e di rimanere sorpreso di fronte all’interpretazione grafica, spesso molto diversa, data al corrispondente nostrano.

Vuoi anche per lo stile specifico delle varie collane, il gusto dominante varia molto da paese a paese.

Le copertine anglosassoni

È il caso soprattutto delle copertine anglosassoni, che prediligono spesso scritte di dimensione medio-grande, grafiche e colori sgargianti. Altro elemento degno di nota: sulle copertine anglosassoni non è quasi mai visibile il nome della casa editrice.

Per vedere insieme qualche esempio, ho selezionato alcuni libri (di cui, per altro, vi consiglio la lettura!) che presentano delle differenze piuttosto rilevanti a livello di copertina. Sulla sinistra la versione italiana, mentre a destra quella originale. Già a colpo d’occhio, il confronto è sicuramente interessante!

  • Eleanor Oliphant sta benissimo” (ed. Garzanti) vs “Eleanor Oliphant Is Completely Fine” (ed. Pamela Dorman Books / Viking)
copertine
  • Il museo delle promesse infrante” (ed. Nord) vs “The Museum of Broken Promises” (ed. Corvus)
copertine
  • Il rilegatore” (ed. Garzanti) vs “The binding” (ed. The Borough Press)
copertine
  • Le sette morti di Evelyn Hardcastle” (ed. Neri Pozza) vs “The 7½ Deaths of Evelyn Hardcastle” (ed. Sourcebooks Landmark)
  • Un dolore così dolce” (Neri Pozza Editore) vs “Sweet sorrow” (ed. Mariner)