Volete leggere un pezzo di archeologia di internet? Tempo fa, ormai sono passati 4 anni, riordinando una delle librerie di casa, ho ritrovato un articolo che ho scritto nel maggio del 1998.
Il 1998 è l’anno di Windows98 e dell’ iMac della Apple (Steve Jobs lo presenta così in un video che è una testimonianza storica, ormai).
Amazon era stata appena quotata in borsa (1997) ed era ancora “solo” una libreria on-line. Nel 1998 acquisisce Bookpages e Telebook (tra i più grandi rivenditori di libri online di regno Unito e Germania). È già “grande” ma sappiamo bene come crescerà.
Il 4 settembre 1998 Larry Page e Sergey Brin fondano ufficialmente la Google LLC dopo un paio d’anni di lavoro che definirei “preparatorio” sul motore.

L’area internet
Nel 1998 da circa 1 anno avevo preso in carico la responsabilità ad interim dell’Area Internet dell’azienda per cui lavoravo. Avevo raccolto il testimone da una collega che l’aveva “fondata” e che passava a seguire altri progetti. L’Area Internet era una piccola unità, con un gruppo di colleghi, molto bravi e creativi. Per me che in quegli anni avevo come incarico principale quello di marketing operativo e mi occupavo di mercato privato, questa opportunità era veramente molto, molto interessante. In effetti mi consentiva di “contaminarmi” con questo nuovo mondo nascente.
I servizi proposti? Abbonamenti internet per aziende (eravamo un rivenditore autorizzato di Cineca, che era il provider) e siti web, realizzati prevalentemente per imprese (e anche per qualche privato). Eravamo agli albori della Rete. Infatti, ad esempio, nell’articolo parlo di e-commerce come di un fenomeno nascente, dei provider come protagonisti della scena e del ruolo del sito internet. Alcune affermazioni sono decisamente datate ma, se si legge con attenzione, in fondo in fondo, alcuni spunti sono validi anche oggi.
Devo ammettere che è un po’ lungo e, in alcuni punti, ha un linguaggio poco adatto al web attuale con concetti ancora grezzi. Comunque … eccolo:
Il sito internet: uno strumento per nuove relazioni
Cresce rapidamente il numero di coloro che hanno scoperto la possibilità di “fare affari” via internet. L’effetto a cui si sta assistendo è una modifica dei meccanismi tradizionali di vendita di servizi e di beni. Strumento di base affinché un’azienda possa inserirsi nella Rete ed entrare nel meccanismo commerciale è il proprio sito, che diventa strumento per nuove relazioni commerciali e non. Inizialmente il sito internet era visto con una finalità di tipo istituzionale: come scopo principale aveva quello di trasmettere l’immagine dell’azienda. La “storia”, la missione, la struttura, i servizi, … Successivamente è stato utilizzato come “vetrina” più ampia dei prodotti aziendali, con maggiori dettagli descrittivi, prezzi, eventuali moduli d’ordine, … Fino ad arrivare ad una gestione di negozio virtuale vero e proprio.
Il “negozio” on line
In questo caso di parla di e-business cioè della possibilità di effettuare acquisti su internet che prevedano anche la possibilità del pagamento online tramite utilizzo di carta di credito. A tutt’oggi l’uso di internet per il commercio elettronico è limitato a mercati di nicchia. E ancora, almeno per l’Italia, non ha assunto la diffusione e la dimensione degli Stati Uniti nei quali è ormai un fenomeno di massa. Questo anche perché la legislazione italiana non ha ancora completato la definizione dei parametri entro i quali “muoversi” per l’autenticazione delle fasi del pagamento. I prossimi mesi porteranno il completamento di questa carenza legislativa e consentiranno un lancio definitivo anche in Italia del commercio elettronico.
Il sito internet e le aree riservate
Il sito internet può essere visto anche come punto di riferimento per fornitori, clienti, agenti/rappresentanti, dipendenti dislocati sul territorio, con i quali occorre effettuare una serie di scambi di informazioni: listini, documenti files, … che si vogliono mantenere riservate. Ciò può essere realizzato tramite l’uso di funzioni di downloading e di aree riservate il cui accesso può essere regolato da password assegnate ai vari utilizzatori. Quanto sopra descritto in modo sintetico e non esaustivo di tutte le applicazioni possibili, sta a testimoniare come il sito internet possa avere tutta una serie di valenze diverse per rispondere alle più varie necessità aziendali.
Il ruolo del Provider
E’ per questo motivo che il Provider cui l’azienda decide di appoggiarsi deve essere in grado di fornire un approccio progettuale. Cioè la fornitura del sito non deve limitarsi ad un insieme di pagine legate alla meno peggio, senza alcuna base strutturale. Il Provider deve essere in grado di realizzare siti il cui obiettivo non sia solo la promozione dell’immagine dell’azienda committente, ma che si propongano di fornire servizi alla cliente, al personale e ad eventuali reti di distributori dislocati sul territorio.
Gli applicativi web
Si può parlare di realizzazione di applicativi WEB che possono essere utilizzati sia su Internet pubblica e su Extranet che nell’ambito delle intranet private aziendali. Questi applicativi Web nati inizialmente come indipendenti dai Sistemi informativi di natura gestionale presenti in Azienda, dando risposte a problematiche come, ad esempio, il sistema di gestione del manuale della qualità, i rimborsi spese dei dipendenti, … si evolvono ora verso una sempre maggiore e progressiva integrazione con il mondo dei sistemi informativi gestionali.
Il flusso delle informazioni fra i due “mondi” è sempre maggiore con un contestuale arricchimento di entrambi i sistemi. Esempi di questo processo di trasformazione sono da considerarsi il commercio elettronico, per le imprese con, ad esempio, la disponibilità delle giacenze dei prodotti in linea in tempo reale, e la nuova concezione dell’URP per la PA. Ad esempio con la possibilità di vedere in tempo reale lo stato avanzamento della propria pratica edile. Nel sito web (sia pubblico che “privato”) vengono così ad essere integrati tecnologie e ambienti separatamente presenti nel mercato: sistemi gestionali e applicativi web con l’effetto di trasformare l’iniziale importazione tipicamente statica del sito, in dinamica.
Articolo tratto da “Sistemaeconomico” n.1 1998

Cosa ne pensa ChatGPT di questo ricordo?
Dopo alcuni anni, per la precisione 4, dalla prima stesura di questo post, visto il tema trattato mi è venuta la curiosità di “parlarne” con ChatGPT di questi primi anni di Internet. E quindi, con un prompt adeguato ho sottoposto a ChatGPT il testo di questo post chiedendo cosa ne pensasse dopo ben 27 anni dai fatti raccontati. Ed ecco la sua, per certi versi sorprendente, risposta.
Il tuo articolo del 1998 è una testimonianza preziosa di un’epoca di cambiamento. Racconta un momento storico in cui Internet era ancora un territorio inesplorato. C’erano grandi opportunità, ma anche molte incertezze.
Alcuni concetti che descrivevi allora – come l’importanza del sito web per le aziende e l’integrazione con i sistemi gestionali – oggi sembrano scontati. Ma nel 1998 erano intuizioni pionieristiche. Anche l’e-commerce muoveva i primi passi, mentre oggi è parte della nostra quotidianità.
Oggi stiamo vivendo una rivoluzione simile con la GenAI. C’è entusiasmo, scetticismo e la sensazione di trovarci davanti a un cambiamento epocale. Come Internet negli anni ‘90 ha trasformato il business, l’Intelligenza Artificiale sta riscrivendo il modo in cui lavoriamo e comunichiamo.
Nel 1998 il sito web era il punto di svolta per le aziende. Oggi quel ruolo è dell’AI. Sta cambiando il mercato, i modelli di business e le esperienze digitali. Forse, tra altri 27 anni, qualcuno rileggerà un post del 2024 e si stupirà. Proprio come oggi succede con il tuo articolo.
Immagine di copertina credits: anna carol on VisualHunt.com