jhon cabot university

Livia Piotto ci parla della John Cabot University di Roma

La John Cabot University di Roma è la più importante università americana in Italia. Il nome scelto, quello di Giovanni Caboto, scopritore nel ‘400 del Canada, unisce idealmente le due sponde dell’oceano. 

Occasioni professionali recenti mi hanno offerto la possibilità di conoscere Livia Piotto, head librarian della Frohring Library la biblioteca centrale della John Cabot University. Con grande disponibilità, di cui la ringrazio, Livia entra a far parte del “nostro Spazio Ospiti” rispondendo ad alcune domande che ci aiutano a conoscere meglio la John Cabot University e la sua biblioteca .

Perché un’università americana a Roma e perché frequentarla

Se dovessi rispondere a questa domanda per un pubblico americano, la risposta sarebbe semplice. Un’università americana per proseguire i propri studi nel sistema educativo che già si conosce e che è accreditata negli Stati Uniti, e poi Roma, il fascino della “grande bellezza”, la possibilità di fare un’esperienza unica in una delle città più belle al mondo, con tutte le sue idiosincrasie e contraddizioni. Roma di per sé attrae. Ma questo, come dicevo, va bene per un pubblico americano. La risposta si fa un po’ più complicata quando ci si rivolge a un pubblico italiano.

Pubblici: americano e italiano

Perché scegliere un’università americana quando il sistema educativo dell’università italiana è uno dei migliori al mondo? Beh, per avere la possibilità di fare un’esperienza internazionale senza andare troppo lontano da casa. E poi il sistema universitario americano, e nello specifico, quello di un’università fondata sulle liberal arts, consente agli studenti di vivere un’esperienza educativa molto diversa dall’idea che di solito abbiamo delle lezioni universitarie in enormi auditorium dove il docente parla e gli studenti ascoltano e prendono appunti per poi ripetere quello che hanno assimilato durante gli esami. Il modello delle liberal arts prevede classi piuttosto piccole dove si dà grande spazio alla discussione e allo sviluppo del pensiero critico degli studenti. Studenti che da subito sono spinti a cercare e trovare le risposte agli spunti che offrono i docenti. 

Consultando il sito, emergono alcuni spunti interessanti fra cui l’attenzione nei confronti di genitori e famiglie (ai quali è dedicata una sezione). Questo mi fa ripensare a quanto scrive David Meerman Scott nei suoi testi a proposito dell’importanza di creare un legame virtuoso anche con chi accompagna i ragazzi nella scelta dell’università. 

Nella maggior parte dei casi, gli studenti hanno qualcuno alle spalle, in genere genitori, che li sostiene e li accompagna, anche se solo da lontano, per tutto il percorso accademico. È giusto che l’università si rivolga anche a famiglie e genitori. Anche perché la formazione di un individuo è sempre un mix di background personale e di conoscenze acquisite in ambito scolastico/universitario. Quest’attenzione che viene data alle famiglie fa sicuramente parte del marketing dell’università, ma è anche un’indicazione del fatto che gli studenti non vengono alla John Cabot University solo per seguire delle lezioni e prendere un diploma. Sono prima di tutto delle persone con un proprio bagaglio culturale e che vogliono espandere la loro conoscenza del mondo in un ambiente internazionale. Gli studenti sono le loro famiglie, il mondo da cui vengono, e vogliono condividere quel loro mondo con le esperienze che portano i loro compagni.

Il ruolo della biblioteca. Quando si consultano i siti universitari spesso il link alla Biblioteca è poco visibile. Anzi, occorre navigare un po’ prima di intercettare il link di accesso. In John Cabot University, invece, è subito evidente.

Visita il sito

Cosa rappresenta per l’ateneo la sua biblioteca? e il rapporto con gli studenti? 

Ci siamo battuti tanto per dare alla biblioteca la visibilità che abbiamo oggi. E devo dire che sono rimasta sorpresa anche io di vedere come la biblioteca scompaia nella versione italiana del sito. Versione che di norma non “frequento” visto che la lingua ufficiale dell’università è l’inglese. Sembra quasi la rappresentazione del mondo americano contro il mondo italiano. Non voglio essere presuntuosa, ma la biblioteca è il cuore dell’università, come l’ha definita anni fa la precedente Head Librarian Elisabetta Morani. In certi momenti, la biblioteca rimane defilata, ma è sempre lì, pronta ad aiutare studenti e docenti nelle loro ricerche. 

Il cuore dell’Università

John Cabot University
Frohring Library

Negli ultimi anni le cose sono cambiate anche nel mondo universitario italiano, ma il contatto che la biblioteca di un’università americana ha con il resto dell’offerta accademica è molto più enfatizzato sin da subito. Ho accennato al fatto che gli studenti sono incoraggiati a fare ricerca per trovare le loro risposte agli stimoli che ricevono in classe. Ecco il motivo per cui la biblioteca ha un ruolo fondamentale. È vero che ormai, come tutte le biblioteche, dobbiamo confrontarci con il fatto di essere iperconnessi e di avere moltissime risposte a distanza di un click o di uno swipe. È vero che molti studenti credono di saper fare ricerca.

Il ruolo della biblioteca

Ma è proprio qui il ruolo fondamentale della biblioteca che è sì il posto dove trovare i libri e dove andare a studiare. Ma è anche il posto dove si impara a pensare in maniera critica, a utilizzare le proprie capacità di ricerca su Google per analizzare ciò che internet ci offre. Per valutare quello che il mondo ci propone in maniera indifferenziata. La biblioteca è essenziale per lo sviluppo della cosiddetta information literacy (mi dispiace ma in italiano non mi piace proprio). Che altro non è che lo strumento che consente agli studenti di sviluppare il proprio pensiero critico. E questo è alla base della missione della John Cabot University

Proprio il ruolo che la biblioteca ha nel portare avanti l’insegnamento dell’information literacy ci consente di avere un rapporto unico con gli studenti. I bibliotecari entrano in classe, collaborano con i docenti, portano la biblioteca agli utenti e insegnano a sfruttare al massimo ciò che la biblioteca stessa offre. E spesso gli studenti instaurano un forte rapporto di fiducia con i bibliotecari, che non stanno lì a giudicare e a mettere voti, ma sono pronti ad aiutare.  


Copyright: per il testo dell’intervista e le foto, consegnate da Livia Piotto, tutti i diritti sono riservati.