Palma Bucarelli

La galleria sono io. Giorgia Salerno ci racconta Palma Bucarelli

Palma Bucarelli è stata la prima donna a dirigere un museo in Italia. Dal 1941 al 1975 è, infatti, a capo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. 34 anni intensissimi, unici.

A lei, oggi, 21 aprile 2024, è stata dedicata una delle “Storie del MAR“. Storie che nascono dalla collaborazione fra il MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, Ravenna Teatro e Conservatorio statale Giuseppe Verdi di Ravenna. Un pomeriggio e un incontro da raccontare.

Conservatrice e curatrice del Museo d’Arte della città di Ravenna e storica dell’arte, Giorgia Salerno è protagonista della narrazione della vita e di cosa ha rappresentato Palma Bucarelli per i musei italiani. Professionista competente e appassionata, Giorgia ha connotato l’incontro con la sua caratteristica di straordinaria narratrice, coinvolgente e affascinante.

Palma Bucarelli

«In fondo che cos’è l’arte moderna? E’ quella che non è antica. Sembra detto per ridere [..] ma l’arte moderna va guardata con occhi nuovi e misurata con diverso metro perché l’arte moderna è la vostra, è quella che appartiene alla stessa vostra vita che la rispecchia e la spiega, e non potete rifiutarla senza rifiutare al tempo stesso la vostra presenza nel mondo attuale». Palma Bucarelli

Di Palma Bucarelli e del suo ruolo straordinario si sa molto (qui, oltre a una biografia sintetica ma efficace con una bibliografia interessante). Come scrive Anna Chiara Cimoli: “in un panorama prevalentemente maschile, e in un’epoca – il secondo dopoguerra – in cui la direzione di un museo assumeva connotati del tutto nuovi, [Palma] Bucarelli ha operato con grande apertura culturale e indipendenza di giudizio, promuovendo in particolare l’ingresso dell’arte contemporanea nelle sale del museo e favorendone la comprensione da parte del pubblico attraverso mostre didattiche e cicli di conferenze.”

Managerialità

Nel suo intervento Giorgia Salerno è riuscita a comunicarci con efficacia Palma Bucarelli e a proporci alcuni spunti di riflessione molto interessanti. Ha evidenziato quelle che definirei “caratteristiche manageriali” di Palma che si sono manifestate in situazioni e declinazioni diverse. Dall’essere riuscita a mettere al sicuro le opere della GNAM in tempo di guerra con un approccio organizzativo efficace (e coraggioso). Opere che furono prima trasferite al Palazzo Farnese di Caprarola e poi a Castel Sant’Angelo. Sede (del Vaticano) che garantiva una protezione adeguata contro i bombardamenti della città.

All’organizzazione di mostre che segnarono una discontinuità: nel 1953 Pablo Picasso, Piet Mondrian (1956), Jackson Pollock (1956), la personale di Alberto Burri nl 1959 (da cui “la polemica Burri“). Alla strategia delle acquisizioni: opere del Futurismo, Modigliani, Morandi, … fino all’acquisto dell’opera “Merda d’artista” di #PieroManzoni nel 1971 che diede luogo ad un’altra interrogazione parlamentare. Una manager con una vision ben definita, pronta anche ad affrontare situazioni delicate e “out of the box” .

La nuova visione di museo

L’aspetto più interessante che Giorgia Salerno ha saputo presentare con particolare efficacia è la nuova visione di museo di Palma Bucarelli. “Il museo non deve essere un contenitore di quadri e oggetti ma un punto d’incontro culturale, un luogo dove si può imparare” e ammirare opere d’arte (del nostro tempo e di altri tempi). Un’idea di museo allargato che apre una conversazione con i pubblici e che usa strumenti che allargano la sua prospettiva. Questo vuol dire comunicare il museo con i linguaggi, i significati, i segni che creano percezioni soprattutto empatiche. La conseguenza è che il pubblico che diventa protagonista. E il museo favorisce, in una nuova dimensione “didattica”, la riflessione e lo sviluppo del pensiero critico. Se ho ben interpreto il messaggio che ci ha trasmesso Giorgia Salerno, proprio questo approccio ha rappresentato il filo conduttore di tutto il lavoro di Palma.

Una donna con una visione innovativa, fuori dagli schemi, che ha riprodotto questo approccio anche nella sua vita privata. Molto bella, non ha consentito che questo costituisse un limite. Anzi, amava vestirsi con abiti di lusso e partecipare agli eventi mondani più importanti. Da segnalare che alla sua morte il suo guardaroba è stato lasciato al Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative di Roma.

Un appuntamento, quindi, quello di oggi, ricco di stimoli e di emozioni. Un grazie speciale, oltre a Giorgia Salerno, a Camilla Berardi, attrice, che ha letto passi originali di Palma (a destra nella foto) con delucatezza e partecipazione. E a Arcangelo Pinto, clarinettista del Conservatorio Verdi che ha “commentato” con brevi brani molto belli le parti narrate. In un sapiente disegno di museo allargato a musica e teatro. La regia, di Laura Redaelli.