Le uova di Pasqua: una tradizione anche in biblioteca

Briciole di storia

La tradizione delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani della Mesopotamia, che macchiarono le uova con la colorazione rossa “in ricordo del sangue di Cristo, versato alla sua crocifissione“. (cit.)

L’usanza di regalare uova decorate, sembra, invece risalire al Medioevo e, in particolare, in Germania. Le uova erano bollite, avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente.

In quello stesso periodo si diffuse fra i nobili e gli aristocratici l’abitudine di scambiarsi come dono pasquale uova realizzate o ricoperte in materiali preziosi come argento, platino o oro. Edoardo I, re d’Inghilterra dal 1272 al 1307, commissionò la creazione di circa 450 uova rivestite d’oro da donare. In tempi più recenti un esempio famoso sono quelle realizzate da Fabergè.

Ma quando è nato l’uovo di Pasqua che tutti conosciamo, ossia quello di cioccolato? I primi “prototipi” erano stati realizzati alla corte di Luigi XIV dal chocolatier di corte. In realtà, secondo la tradizione, il “nostro” uovo di Pasqua sia sembra stata un’idea di alcuni maestri cioccolatai torinesi all’inizio del ‘900. La genesi di questo dolce è stata ricostruita da Mario Marsero, storico delle industrie dolciarie piemontesi, nel libro Dolci delizie subalpine.

Negli anni ’20 del XX secolo la Casa Sartorio di Torino brevettò un sistema per modellare con il cioccolato le forme vuote all’interno delle quali inserire la sorpresa. E a questo non sembra proprio un caso che anche il famoso Ovetto Kinder sia nato in Piemonte, nel 1974, il giorno in cui Michele Ferrero disse ai suoi collaboratori: “Sapete perché ai bambini piacciono tanto le Uova di Pasqua? Solo perché hanno le sorprese dentro. Diamogli la Pasqua tutti i giorni”.

Uova di Pasqua, in biblioteca

Cosa c’entrano le biblioteche con le uova di Pasqua? C’entrano eccome perché le troviamo nelle collezioni di cartoline storiche e di manifesti, fra le raccolte fotografiche, all’interno dei periodici storici, …

Ho fatto una piccola ricerca e ho trovato esempi di uova di Pasqua in alcune collezioni digitalizzate di biblioteche italiane e non: ecco il risultato di questa “caccia” alle uova di Pasqua.

Cartoline

Il primo esempio è una cartolina della NYPL. Siamo nel 1909 e le protagoniste sono piccole uova preziose, di certo non di cioccolata ! La cartolina è tratta da The Miriam and Ira D. Wallach Division of Art, Prints and Photographs: Picture Collection.

Consulta la cartolina nella collezione della NYPL

Fotografie

In questa fotografia del 1936, conservata in BNF – Gallica, ecco finalmente la “Confection des oeufs de Pâques et des poissons en chocolat

Veramente originale questa composizione di fotografie del 1905 che appartiene alla Collezione “Ritratti di attrici della Bella Epoque”, dal titolo “Buona Pasqua”. Conservata nella digital library della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.

Consulta l’originale

Pubblicità

Molto carina questa pubblicità della Western Union Telegraph Company, per la Pasqua 12 aprile 1936. Il protagonista è un coniglio che invia un telegramma e nel cesto delle uova, oltre agli auguri, ci sono le tariffe per l’invio. Fonte: Smithsonian Institution – Archives Center, National Museum of American History.

Greetings by Western Union

Manifesti

Finalmente ecco due uova di cioccolato della tradizione. Due bellissimi esempi di manifesti pubblicitari realizzati nel 1949 da Remo Berselli , famoso illustratore e fumettista per la Ditta Antonio Salvi Milano. I manifesti, conservati nel Museo nazionale Collezione Salce, sono consultabili nel Catalogo generale dei Beni Culturali (ICCD)

Manifesti pubblicitari delle uova di cioccolato Salvi

Pubblicità nei quotidiani

Ultimo esempio che non poteva mancare, le uova di Pasqua nelle pubblicità all’interno dei quotidiani storici.

Questi tre “ritagli” appartengono al Popolo di Pavia del 9 aprile 1933. Accanto a due pubblicità di pasticcerie artigianali (Ravizza e Silvani), una delle prime “uscite” del brand Talmone.

CREDITS: le immagini di copertina sono cartoline della Digital Collections della NYPL. La prima è del 1906, la seconda è del 1907, la terza è del 1924.