BMR

Paola Volani e la BMR: ho scoperto un’altra appassionata

Qualche giorno fa ho ripubblicato nel mio profilo Facebook il post che ho dedicato alla Biblioteca dei Miei Ragazzi (BMR). Libri della mia famiglia e della mia infanzia di cui ho ritrovato, con fatica, tracce e informazioni. Quindi, con sorpresa leggo il commento lasciato da Paola Volani: Non posso che emozionarmi. Con fatica l’ho collezionata tutta e la passione era così grande che è stata l’argomento della mia tesi. 💕 Nel libro di Anna Levi – a cui va tutta la mia gratitudine – a pag.82 è stato pubblicato un contributo che avevo scritto per il vecchio sito, molti anni prima che il libro venisse alla luce. (Il libro di Anna Levi è citato nel mio post). A questo punto ho contattato Paola, bibliotecaria, che lavora presso la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto per conto della cooperativa Caeb. Abbiamo confrontato le nostre storie e ho scoperto, con una punta di invidia che lei la BMR è riuscita a ricostruirla tutta (io ne ho “solo” 45 su 106). Non poteva quindi mancare un suo contributo allo Spazio Ospiti !!

Paola e la BMR, la Biblioteca dei Miei Ragazzi

Trovare online qualcuno che scriva con toni entusiastici della Biblioteca dei Miei Ragazzi (o BMR, per utilizzare il gergo degli appassionati) è pari alla sensazione che può provare un fan di Star Wars quando si imbatte in un raduno di nerd. La testa e il cuore partono un po’ per la tangente e ci vuole una bella dose di razionalità per tornare con i piedi per terra.

Per quanto sia poco conosciuta, i nostalgici la considerano ancora viva, con un posto d’onore nella letteratura italiana per ragazzi. La si cerca per ritrovare in essa un vecchio compagno e un cuore che pulsa ancora. Ad oggi, continuare a leggere e cercare la Biblioteca dei Miei Ragazzi è come guardare una vecchia foto in bianco e nero dei compagni di scuola, chiedersi che fine hanno fatto, desiderare di incontrarli di nuovo.

Mi piacerebbe poter raccontare qualcosa di romantico, avventuroso o affascinante per quanto concerne la nascita della mia passione per la BMR . Ma la realtà dei fatti è decisamente banale: sono nata in una casa in cui erano presenti otto volumi. Punto. Niente di eclatante.

Mia madre da bambina era stata un’accanita lettrice e aveva letto una cinquantina di volumi, in parte presi dalla bibliotechina scolastica e in parte presi in prestito da una cugina. Quando cominciò ad insegnare, la biblioteca della sua scuola fece un’operazione di scarto e riuscì a salvare quegli otto libri. Il tutto è quindi cominciato con loro: L’erede di Ferralba, Il castello di Ghiaccio, Le prigioniere di Casabella, Il sentiero di Casa Rossa, Lupo ci sei?, Verdi contro Azzurri, La casa dei garofani bianchi, Il signor Tito poliziotto privato.

8 volumi per iniziare

Arrivata in seconda elementare, ho cominciato finalmente a leggerli. Ne ero affascinata. Una delle cose che più amavo fare, era leggere a mia madre l’elenco dei titoli all’interno della copertina per sapere quali avesse letto da bambina. La invidiavo tantissimo. E oltre l’invidia con il passare degli anni l’ho rimproverata tantissime volte perché chissà quante occasioni aveva avuto in passato per poterli recuperare e non lo aveva fatto! Quei libri li ho sempre tenuti nella mia camera, letti e riletti mille volte e mai e poi mai avrei pensato fosse possibile recuperarli. Sto del resto parlando degli anni ‘80 e ‘90, Internet non c’era e nella mia città non c’erano mercatini dell’usato particolarmente riforniti.

Allo stesso modo, mai avrei immagino l’importanza che avrebbero rivestito nella mia vita e come avrebbero tracciato la mia strada. Fino a quel momento erano solo dei vecchi libri, rimasuglio di un’epoca passata che per caso mi erano capitati tra le mani. Nel tempo sono infatti diventati una finestra per conoscere il mondo del collezionismo e dell’antiquariato, l’inizio di una curiosità sempre maggiore per le case editrici, l’editoria e i principali autori della letteratura per ragazzi del Novecento e da ultimo l’argomento della mia tesi di laurea.

La scoperta della “Libroteka”

Ma sto divagando e non va bene… nel 1997 arriva la svolta. Mi iscrivo all’Università di Lettere a Trento. Scopro accanto alla facoltà una libreria dell’usato e dell’antiquariato, la “Libroteka” del signor Fabio Oss. Ci tengo tantissimo a dire il suo nome non solo perché era un esperto di fumetti di altissimo livello, ma perché devo proprio a lui l’avvio della mia collezione. Entrare la prima volta in Libroteka era stato come entrare nella caverna delle meraviglie. Libri usati, fumetti e poi, nell’angolo in fondo a sinistra, un intero scaffale di vecchi libri per bambini.

In molti mi hanno chiesto come mai abbia sempre avuto una passione per questa tipologia di libri. Il fatto è che mia madre aveva conservato tutti i suoi libri d’infanzia. Sono quindi cresciuta con le meravigliose edizioni degli anni Cinquanta di Fabbri, Carroccio, Salani. Erano edizioni spesso ridotte,  con un linguaggio vecchiotto e sorpassato (che per altro mi piaceva e mi piace tantissimo) e illustrazioni meravigliose.

Otto giorni in una soffitta

Dopo aver scoperto la Libroteka cominciai a trascorrervi tutti i momenti liberi tra una lezione e l’altra. Fino al fatidico giorno. Il giorno in cui, dopo aver ammirato e sfogliato a lungo lo scaffale dei libri per bambini, decisi di dare un’occhiata allo scaffale della narrativa. E niente. L’ho visto subito. Il formato della BMR è inconfondibile: 13×19 cm, dorso privo del titolo e largo circa 1 cm. Potrei riconoscerlo ovunque. Ho preso dallo scaffale quel libro dal dorso marrone sapendo che era un volume della BMR prima ancora di averne la certezza. Si trattava di Otto giorni in una soffitta. Sono rimasta imbambolata davanti a quello scaffale con il libro in mano sentendomi di gelatina. Mi viene da ridere a pensarci adesso…

Sono andata dal signor Oss in completa crisi mistica e ho scoperto con immensa sorpresa ed immenso piacere che non solo conosceva benissimo la BMR, ma che la collezionava pure lui. Grazie al suo lavoro conosceva tutti i mercatini del Triveneto e mi disse che mi avrebbe dato volentieri una mano nella ricerca. Tornavo molto spesso dal signor Oss. A volte nella vetrina chiusa a chiave trovavo un paio di libri della BMR, a volte cinque, una volta una bella decina. Mi ha aiutata tantissimo e ad ogni acquisto gli brillavano gli occhi maliziosamente mentre non mancava di sottolineare: “A me ne mancano solo tre”.

Dalla “Libroteka” a eBay …

Purtroppo nel 2000 andò in pensione. Ma eravamo agli albori di Internet. Cominciai a scrivere annunci sui primi rudimentali siti. Ebbi risposte da Bari, da Milano e da Trieste. Spesso dovevo acquistare a scatola chiusa. Chi vendeva voleva disfarsi dei libri e basta, non dichiarava le condizioni, non mandava fotografie e a malapena faceva sapere i titoli. Una volta da un signore milanese comprai la bellezza di 40 libri in un colpo solo (soffiandoli per altro da sotto il naso ad un’altra collezionista che non la prese troppo bene…). Ho acquistato alcuni volumi in condizioni indecenti, alcuni gonfi di umidità e di muffa e spesso dei doppioni. Ma per fortuna con l’avvento di eBay è stato tutto più semplice e quelli molto rovinati ho potuto riacquistarli.

BMR, obiettivo centrato dopo 22 anni

Sono riuscita a terminare la collezione nel 2019. Ho impiegato esattamente 22 anni per recuperare tutti i 106 libri che formano la collana. L’ultimo volume,  La Vindice trionfa, rarissimo, lo avevo visto solo in fotografia. Mai e poi mai mi era capitato sotto mano. Se nel 1997 avevo avuto la tachicardia con il primo libro, dopo 22 anni la sensazione di emozione travolgente restava la stessa.

BMR

La mia storia di collezionismo e biblioteche è un unico grande intreccio.

Nel 2006 ho cominciato a lavorare nella biblioteca della mia città. La stessa biblioteca in cui entravo quando ero una cosetta alta così, magrolina e parecchio bassa per la mia età e uscivo sorreggendo volumi enormi di fiabe, dopo averli issati a fatica sull’altissimo bancone dei prestiti da cui spuntavo solo con la testa. Era uno spettacolo che faceva sempre ridere la bibliotecaria Mariarosa.

E niente, essere bibliotecaria è la cosa che più amo fare. Il mio lavoro non lo definisco nemmeno tale. In realtà credo sia una mezza vocazione anche se spesso ci si capita per caso. La biblioteca è la mia seconda casa e i colleghi con cui ho il privilegio di lavorare sono una specie di famiglia tutta strampalata. È un lavoro in cui impari da tutto e da tutti, e quando hai imparato qualcosa, ti rendi conto di quanto poco ancora sai.

Crazy Library e Inafferrabilebibliotecaria

Ma ciò che davvero amo fare è scrivere. E così ho cominciato a riportare sulla mia pagina Facebook le situazioni esilaranti che vivono i bibliotecari. Sono così nati i post di Crazy Library che hanno subito trovato un buon riscontro tra amici e colleghi. Un po’ per gioco e un po’ per passatempo pochi mesi fa ho aperto il profilo Instagram di Inafferrabilebibliotecaria, ovvero di questa povera anima che si sente chiedere le cose più assurde. Tutte situazioni vere, accadute realmente dal 2006 ad oggi.

Amo essere ironica ma soprattutto autoironica

E sapere che qualcuno ride con quello che scrivo, mi fa un piacere immenso. Da qualche tempo prima di pubblicare chiedo l’avvallo della mia terribile quattordicenne. Se lei ride, allora funziona davvero. Ma per favore non si creda che io sia un topo di biblioteca dalla vita pacifica. Vivo in un caos assolutamente perenne tra lavoro e famiglia con marito, tre figli tra i 7 e i 14 anni, un cane viziatissimo, un gatto scontroso che fa quello che gli pare e quattro galline. Sclero e urlo spesso e volentieri, faccio le orecchie ai libri e prima di cominciare un libro leggo il finale.

Ovviamente il mio animo continua ad essere terribilmente vintage.

E ora che lavoro in archivio storico, non è proprio raro trovarmi immersa in un vecchio quotidiano mentre leggo romanzi d’appendice di cento anni fa, infarciti di orfani e anime pie, con dei lacrimoni grossi così. Cito in chiusura la mia frase preferita di JK Rowling (sì, sono una Potterhead): “When in doubt, go to the library”.

E così, giusto alla fine scopro anche che Paola è, come me, una potteriana doc !! (la mia storia con Harry Potter)