Ma sappiamo già scrivere! Perché approfondire l’argomento, allora? Perché leggere dallo smartphone non è come leggere un foglio A4, perché per i post per i social occorrono testi snelli e fluidi, perché quando scriviamo una pagina del nostro sito bisogna che il testo sia comprensibile anche ai motori di ricerca e si sa che Google, da buon algoritmo, ha le sue esigenze.
Scrivere per il web, quindi, richiede l’applicazione di “avvertenze” e regole che è opportuno seguire con attenzione. Ma non solo. Anche fuori dal web occorre usare un linguaggio chiaro. Un esempio? Scrivere un cartello da appendere in biblioteca richiede chiarezza, sintesi e efficacia. Una locandina, il programma di un incontro, un post sui social, un articolo nel blog, i testi del sito, che siano “analogici” o digitali, hanno una cosa in comune: il contenuto.
Scrivere (non solo) per il web
Il contenuto è uno degli elementi essenziali della comunicazione e deve essere ripensato e riprogettato secondo due approcci differenziati. Il primo, strategico (content strategy), il secondo, più operativo (content marketing) si intreccia con le attività e gli strumenti che sono alla base dei meccanismi di coinvolgimento e acquisizione di nuovi pubblici e la capacità di fidelizzare chi è già utente della biblioteca.
Occorre, quindi, dedicare particolare attenzione e cercare di creare contenuti di qualità tenendo conto dei pubblici a cui ci si rivolge, alle caratteristiche e aspettative (espresse e latenti).
Inoltre, non è il caso di trascurare le differenze e peculiarità delle piattaforme in cui si comunica: solo per fare un esempio banale, Facebook è molto diverso da Instagram e richiede un “linguaggio” di comunicazione diverso.
I nuovi scenari ci portano a riflettere come sia opportuno riformulare e rivedere il modo in cui abbiamo fin qui scritto: dal tone of voice alla scelta delle parole. Parole scelte con cura perché, ribadisco, “giuste” per i nostri pubblici.
L’attenzione allo scrivere per il web e l’applicazione delle tecniche più opportune è, quindi, uno degli elementi che concorre alla realizzazione della strategia di marketing digitale per la biblioteca. Per approfondire, la guida “Come fare marketing digitale in biblioteca” .
Due suggerimenti per l’analisi dei pubblici e la corretta individuazione delle personas:
- Anna Busa, Come facilitare l’incontro con i pubblici della biblioteca, 2020, Editrice Bibliografica
- Chiara Faggiolani, Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l’impatto, 2019, Editrice Bibliografica
I miei post di approfondimento su scrittura e uso delle parole.
Per finire: sitografia … in ordine sparso e …
- Il blog di Annamaria Testa, nuovoeutile
- “Un vero copywriter” (Storia curiosa di un’affissione a Milano) Giancarlo Livraghi, 2005
- Valentina Falcinelli, Testi che parlano. Il tono di voce nei testi aziendali, 2018
- Floriana Sciumbata, Sono solo coincidenze? Proposte a Trenitalia per farsi capire (meglio) dai viaggiatori, 2017, EUT
- Paolo Iabichino su Medium
- Annamaria Anelli con Parole per conoscersi e parole per farlo, per chi apprezza i podcast
- The Economist, Style Guide
- The Writer, la più famosa agenzia di language consulting al mondo (della serie … se non scrivono bene loro … )
- Beppe Severgnini, Corriere della Sera » Il Club de La Lettura » Elogio della brevità
… gli indici per misurare la leggibilità di un testo
La leggibilità è un requisito fondamentale di un testo, di un carattere tipografico o della grafia. La lingua italiana, a differenza di altre lingue fra cui quella inglese, non dispone di parole diverse per distinguere tra: la leggibilità della calligrafia o del carattere tipografico (legibility), la scorrevolezza della lettura in relazione alla struttura linguistica (readability). Lo stesso testo può essere legible ma non readable, o viceversa.
Wikipedia
Possono esserci molto utili gli indici di leggibilità che ci aiutano a modellare e calibrare il testo in funzione della tipologia dei nostri pubblici e delle nostre user personas.