Ma poi ci leggono? Spunti e riflessioni sui nostri testi

Riprendendo l’impostazione di Gordini e Rancati (2015) di cui ho parlato nel post dedicato al Content Marketing, i canali cui sono associate diverse tipologie di contenuti, sono 4 e ciascun canale, a seconda della tipologia di contenuto, ha i suoi testi. Vediamo alcuni esempi:

  • stampati: locandine, cartelloni, piccole pubblicazioni, segnalibri, …
  • digitali: video (la sceneggiatura o la traccia degli argomenti trattati), email e newsletter, infografiche, le pagine del sito, la traccia di un podcast, …
  • social: i post del blog della biblioteca, le caption di Instagram, i post di Facebook,…
  • live: webinar e eventi online per i quali si preparano le tracce o i testi degli interventi

Il problema che però emerge quasi subito è: ma poi li leggono (o li ascoltano) i nostri testi ?

Non basta, infatti, scrivere “bene”, seguendo con attenzione le regole della scrittura per il web (qui alcuni post di approfondimento sull’argomento). Occorre che i testi siano interessanti, coinvolgenti, originali, unici.

Per esempio, quando pubblichiamo una locandina per un incontro con l’autore o con i GDL o un’iniziativa per i Nati per Leggere non è che se ne confrontiamo due con date e argomenti simili sembra alla fine di leggere la stessa locandina tanto sono simili?

Oppure, quando facciamo la promozione della lettura o proponiamo gli ultimi acquisti come ci regoliamo? Tendiamo a proporre i libri sempre in maniera “tradizionale” oppure usiamo testi un po’ più originali? Ecco un esempio di Biblioteca Salaborsa: due frasi brevi (13 parole la prima, 7 la seconda), senza subordinate o forme passive. Formalmente corrette (secondo le regole della scrittura x il web). Cosa fa la differenza? Il modo con cui si introducono i due libri: “queste sono Alma e Claudia, entrambe capaci di fare qualsiasi cosa per dissetarsi. Ognuna di loro ha ispirato un libro“. Seguono titoli, autori e link.

Il link al post

Altro esempio, completamente diverso è del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (qui un post dedicato ad un altro esempio della loro comunicazione): frase di introduzione che “aggancia l’attenzione”: Dimmi che fai il lavoro più bello del mondo senza dirmi che fai il lavoro più bello del mondo. La nostra restauratrice Miriam Lamonaca è la make-up artist ufficiale dei nostri Sposi. Si scherza, ovviamente, ma sull’amore, la cura e la competenza non si scherza mai!.

Il video è da non perdere

Quindi: come scrivere i nostri testi?

Efficaci e non inutilmente ridondanti. Mai noiosi. Inoltre non devono “far perdere tempo”: ricordiamoci che l’attenzione ce la giochiamo nei primi 8 secondi. È opportuno che abbiano un giusto “ritmo” e soprattutto diano all’utente che ci legge la sensazione di essere nel posto giusto, al momento giusto con tutte le informazioni che gli servono.

Belli e quasi “musicali”, dato il ritmo che li contraddistingue, sono i testi della Biblioteca La Fornace. Il sito che ha già qualche anno, ma ha ancora una bellissima grafica e una capacità di “farsi leggere” notevole.

Per navigarlo e leggere i testi

Altro spunto di riflessione: dare la sensazione ai nostri utenti di essere sempre seguiti. Anche dove meno te lo aspetti. Un esempio? La pagina 404 del sito vaggiareinpuglia il portale ufficiale del turismo della Regione Puglia. Da notare la CTA (call to action): Torna in Puglia.

A proposito di testi e della loro “dinamicità”, non posso non chiudere con la poesia di Chanie Gorkin, diventata in questi anni virale nel web. Qui non esaminiamo, ovviamente il contenuto, ma piuttosto l’esercizio proposto dall’autrice: leggi la poesia dall’alto in basso e poi rileggila partendo dal basso verso l’alto. Una prova tangibile di come i testi a seconda di come li si legge trasmettono messaggi … diversi 😉

Oggi è stata la giornata più brutta di sempre
E non provare a convincermi che
C’è qualcosa di buono in ogni giorno
Perché, se guardi da vicino,
Il mondo è un posto piuttosto malvagio.
Anche se
Un po’ di gentilezza ogni tanto traspare
La soddisfazione e la felicità non durano.
E non è vero che
Sta tutto nella testa e nel cuore
Perché
La vera felicità si ottiene
Solo se la propria condizione è elevata
Non è vero che il bene esiste
Sono sicuro che sei d’accordo che
La realtà
Crea
Il mio atteggiamento
E’ tutto fuori dal mio controllo
E nemmeno tra un milione di anni mi sentirai dire che
Oggi è stata una bella giornata.

Ora rileggere partendo dal basso …