UniBO Laboratorio di Comunicazione ’22: personas e pubblici

Bibliotecari e bibliotecarie di domani: incontrarli, confrontarci, fare un tratto di strada insieme. Per me è una bellissima opportunità resa possibile dalla collaborazione con l’Università attraverso il Laboratorio di Comunicazione che curo dal 2021 (qui il post dedicato al bell’articolo scritto dagli studenti del 2021). Anche nell’edizione di quest’anno, oltre agli aspetti teorici che sono alla base della strategia di marketing digitale per la biblioteca (e l’archivio), abbiamo approfondito un paio di temi. In particolare, ci siamo concentrati sull’analisi dei pubblici. Una scelta, da parte degli studenti, che è un chiaro segnale di attenzione e interesse verso un aspetto centrale della professione: quello dell’ascolto e della proposizione consapevole. In altre parole, se conosco i miei pubblici, ho la capacità di entrare in sintonia con loro. E così, calibrare al meglio servizi e proposte, rispondere a esigenze, aspettative, bisogni. Vuol dire fidelizzare gli utenti, creare un clima di accoglienza e trasformare una frequentazione episodica in una relazione duratura.

Personas e pubblici “reali”

L’attenzione di Alessia, Arsenio, Chiara, Jacopo, Monia, Francesca si è concentrata non tanto nella definizione di alcune personas teoriche, quanto, piuttosto, nel delineare casi reali provenienti dalla loro esperienza diretta. Infatti, il lavorare già in biblioteca e gli stage/150 ore hanno consentito loro un’analisi concreta e ben calibrata.

È stata presa in considerazione come tipologia di riferimento una pubblica di dimensioni contenute, equivalente ad una biblioteca di quartiere di una grande città o di una cittadina. La tipologia dei pubblici che rappresentano la maggioranza di utenti della biblioteca analizzata può essere schematizzata in tre principali archetipi:

  • mamme di bimbi di età fino a 36 mesi
  • pensionat* o cittadin* oltre i 50 anni di età
  • studenti delle scuole medie.

Di queste tre macro tipologie, nel Laboratorio è stata descritta Claudia, la mamma di un bimbo di 18 mesi e poi, fra le diverse tipologie di descrizioni già realizzate di personas, è stato scelto Giovanni.

Claudia

Neomamma, 34 anni, diplomata, sposata, vive in periferia a Bologna, ha un figlio di 18 mesi. Dopo la nascita del figlio, ha lasciato il lavoro perché non era compatibile con la gestione del bambino, che non frequenta il nido. E’ alla ricerca di attività per coinvolgere il bambino, per questo si è avvicinata alla biblioteca anche se non è una lettrice. Quando va in biblioteca si sistema sempre nella sezione per ragazzi. Si siede su un morbido pouf e legge al bambino. Partecipa alle attività che propone la biblioteca dedicate ai piccoli (laboratori, letture animate). Ha frequentato un laboratorio di lettura ad alta voce perché interessata a comprendere la modalità più adatta per leggere al proprio bambino. Le piacerebbe utilizzare il tempo che passa in biblioteca con il figlio rendendolo tempo utile anche per sé. Vorrebbe leggere qualcosa che ha a che fare con la genitorialità, la crescita del bambino.
Parole chiave: accessibilità ed empatia
Criticità: assenza di fasciatoio in bagno
Canale preferenziale: social della biblioteca

A cura di Alessia, Arsenio, Chiara, Jacopo, Monia, Francesca

Giovanni

70 anni, pensionato, laurea, coniugato, abita a Ravenna.
Ex insegnante, da pochi anni in pensione, grande lettore, molto esigente, ama la narrativa e in particolare i romanzi storici. Parte della sua giornata è dedicata alla lettura, interesse che condivide con la moglie. Entrambi sono spesso presenti alle iniziative culturali proposte dalla biblioteca, conferenze, presentazione di libri, …
Auspicherebbe uno spazio dedicato agli utenti dove poter scambiare opinioni e consigli per la lettura.
Il canale di comunicazione preferito è il contatto diretto con il bibliotecario.

Molto interessante è l’attenzione riservata da parte di Alessia, Arsenio, Chiara, Jacopo, Monia, Francesca nei confronti dei pubblici potenziali. Ed ecco, fra le personas che hanno preparato, Gabriele, il lettore che non c’è.

Il lettore che non c’è: Gabriele

Gabriele, 16 anni, istituto tecnico, dice che non ha ancora frequentato la biblioteca perché non ne sente il bisogno. In famiglia i suoi non leggono e lui si applica alla lettura solo per il minimo indispensabile che richiede il corso di italiano e letteratura. L’anno scorso ha letto un libro durante l’estate perché era obbligatorio. Non si ricorda il titolo, però dice che aveva gradito qualche mezz’ora di lettura nei momenti in cui nessuno veniva a cercarlo per andare in giro oppure c’era brutto tempo. La biblioteca come luogo non lo attira perché ritiene sia noiosa. Dice che non vuole essere controllato e poi all’interno bisogna essere attenti, silenziosi e rispettare regole che lui non conosce.
Dice che il suo unico hobby è il karate. In realtà da quando ha 12 anni vive sullo smartphone, ha una marea di contatti e segue le tendenze social. Del resto, ormai i libri si scaricano, le canzoni si trovano in rete, i giochi sono
gratuiti e ci sono abbonamenti dal costo ridicolo. Se c’è un motivo per cui la biblioteca lo attira è l’edificio in cui si trova dopo che l’hanno trasferita da un vecchio palazzo del centro, perché adesso è un edificio nuovo, sostenibile e sembra spaziale.

L’attenzione verso i non-pubblici

Questa personas apre riflessioni molto importanti: come riuscire a “far entrare” Gabriele in biblioteca? Quali leve utilizzare e quali strategie mettere in pratica per farlo diventare un “nostro” utente? Analizziamolo, cerchiamo di capire le sue esigenze e caratteristiche e poi passiamo dalla teoria ai fatti. E questo è uno degli obiettivi principali di tutt* i bibliotecari e le bibliotecarie: creare le condizioni per raccogliere e intercettare nuovi pubblici. Possiamo coinvolgerli sfruttando, come ci dice Gabriele, nuovi spazi che possono attirarli oppure proponendo iniziative di tipo “operativo” (fablab, makerslab, …) o con iniziative formative (corsi di lingue, …), …

Conosciamo Alessia, Arsenio, Chiara, Jacopo, Monia, Francesca

Grazie alle loro auto-descrizioni in 100 caratteri conosciamo un pochino Alessia (Carriero), Arsenio (Benoli), Chiara (Aldini), Francesca (Manca), Monia (Bigucci), Jacopo (Bassetti). Questi brevi profili non sono associati ai nomi per una, ovvia, attenzione alla loro privacy:

  • Di giorno amichevole bibliotecaria di quartiere, di notte studentessa universitaria caffeinomane.
  • Alta, bionda, occhi chiari. Ah no, pensavo fossimo su Tinder. Direi ordinaria, allora. Ma simpatica.
  • Sono lo stesso di sempre. Il mondo corre più di me, ma non mi ha ancora convinto.
  • Sono una persona introversa, ma anche di compagnia. Mi piacciono i libri, la musica e i concerti.
  • Leggere, leggere, passeggiare. Profumi, colori, emozioni. Guardare, fermarsi, fotografare. Pausa.
  • Determinata, curiosa ed empatica. Sono io in 3 aggettivi. Storia, lettura e archivi. Le mie passioni.

Il Laboratorio di Comunicazione

Il Laboratorio di Comunicazione è inserito all’interno del corso di laurea magistrale in Scienze del Libro e del Documento, coordinato dalla prof. Fiammetta Sabba. Il corso afferisce al Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Campus di Ravenna.

Laboratorio Comunicazione

Si segnala che nel primo anno di Laboratorio di Comunicazione (aa 2020-2021) alcuni studenti hanno scritto un articolo pubblicato su BibliotecheOggi “Biblioteca editrice di sé stessa: traiettorie quotidiane e percorribili” a cui ho dedicato il post “Semplicità, immersività, adattabilità”: la biblioteca in un mondo digitale.