Sara Dinotola

Sara Dinotola e le collezioni: rigore e passione

Le collezioni sono il tema guida degli studi e degli scritti di Sara Dinotola (già Biblioteca Civica di Bolzano ora Ricercatrice a tempo determinato Dipartimento di Studi storici, Università degli studi di Torino)

). Fra i libri, oltre al recente Lo sviluppo delle collezioni nelle biblioteche pubbliche vorrei citare il testo con cui ha vinto il Premio De Gregori 2016.

Sara Dinotola
Credits – Sara Dinotola  Premio De Gregori 2016

Numerosi i contributi in convegni (come esempio: ConvegnoStelline 2021) così come gli articoli, fra i quali mi piace evidenziare Biblioteche pubbliche e collezioni durante l’emergenza sanitaria, vol. 38 (2020) BibliotecheOggi.

Con Sara, che ringrazio tantissimo per la disponibilità e il tempo che mi/ci ha dedicato, abbiamo fatto una chiacchierata per me particolarmente interessante e piacevole. Ci siamo scambiate idee e visioni condividendo riflessioni e nuove consapevolezze. Ecco, quindi, il contributo di Sara che parte da una mia espressione “rigore e passione”.

Perché rigore e passione

Quando Anna Busa mi ha chiesto di raccontare nel suo blog il perché mi fossi occupata così tanto di collezioni bibliotecarie, ho accettato molto volentieri il suo invito. Vorrei partire proprio da due parole che Anna ha utilizzato durante il nostro primo incontro per descrivere l’impressione che aveva avuto leggendo i miei contributi: “rigore e passione”. Sono rimasta piacevolmente colpita perché credo che non potesse fotografare meglio la situazione e, per questo, la ringrazio.

Il rigore è abbastanza scontato, considerando che stiamo parlando di ricerche su argomenti biblioteconomici molto tecnici. Altrettanto non si può dire per la passione, ma è proprio questa che mi spinge da anni a confrontarmi con questi temi.

Mi sono avvicinata alle collezioni in occasione della mia ricerca di dottorato, che ho concluso nel 2016. Da allora ho continuato costantemente a dedicare la mia attenzione a questo argomento, approfondendo alcune questioni specifiche, tenendo corsi per bibliotecari, consulenze per vari sistemi e applicando, durante il mio lavoro presso la Biblioteca civica di Bolzano, molti principi e metodi di cui mi ero occupata nei miei studi.

La mia esperienza è caratterizzata da uno stretto legame tra teorica e pratica, aspetti vicendevolmente indispensabili. Il continuo riscontro sul campo ha contribuito ad alimentare tanto il mio rigore quanto la mia passione.

La carta delle collezioni, l’esperienza a Bolzano

In particolare, vorrei ricordare il progetto relativo all’elaborazione della carta delle collezioni del sistema bibliotecario del Comune di Bolzano (per approfondire). Si tratta di un lavoro pluriennale, tuttora in corso, che vede la partecipazione di tutti i bibliotecari. Abbiamo costruito un gruppo di lavoro affiatato, motivato e, appunto, appassionato. Al di là degli aspetti prettamente biblioteconomici, vorrei sottolineare che l’entusiasmo è un fattore centrale, che ci ha spinti a:

– analizzare (uno per uno) decine di migliaia di volumi,

– capire come si fossero stratificate le nostre collezioni nel tempo,

– riflettere sul ruolo delle nostre biblioteche per il territorio

– cercare di migliorare l’offerta, per andare incontro ai bisogni (espressi e inespressi) degli utenti.

Proprio l’attenta analisi del contesto interno ed esterno è indispensabile anche quando si programma lo sviluppo delle collezioni. E dovrebbe essere realizzata periodicamente per comprendere il posizionamento delle biblioteche e progettare i servizi.

Il concetto di collezione

È importante sottolineare che il concetto di collezione si sta espandendo sempre di più. Comprende i documenti (a stampa, su altri supporti fisici ed elettronici) che hanno seguito un tradizionale processo di pubblicazione e che poi i bibliotecari hanno selezionato e messo a disposizione del pubblico. A questi si aggiungono le risorse prodotte all’interno della biblioteca e poi rese accessibili. Mi riferisco, ad esempio, ai documenti digitalizzati e a quelli digital born dalla natura più disparata.

La chiusura al pubblico delle biblioteche durante la pandemia è stata trasformata in un’importante occasione per intensificare la valorizzazione dei documenti digitalizzati, ma anche per dare vita a nuovi contenuti.

Ad esempio, molte biblioteche, anche in Italia, hanno dedicato sempre più tempo ed energie alla realizzazione di video da diffondere tramite i canali social. Videoletture, tutorial, presentazione dei servizi della biblioteca ecc. Tutto ciò, se andrà di pari passo con una adeguata formazione dei bibliotecari, consentirà di costruire e proporre costantemente nuovi e più ampi percorsi. Percorsi che non si basano solo su ciò che è stato acquisito o sottoscritto e offrono alle persone nuovi stimoli per l’apprendimento, la creazione di nuove conoscenze e per l’intrattenimento.

Le collezioni come elementi strategici e identitari

Credo che le collezioni siano uno degli elementi strategici e identitari delle biblioteche e ciò le distingue da altri luoghi culturali e sociali. Per questo motivo, ho sempre cercato di superare il dualismo che ha generalmente contraddistinto il dibattito sull’identità delle biblioteche pubbliche contemporanee, in cui le raccolte sono spesso identificate come un elemento del passato e, quindi, da superare.

Al contrario, credo che l’approccio debba essere meno semplicistico, per poter giungere a una visione olistica in cui:

– collezioni (fisiche e digitali),

– spazi della biblioteca (fisici e virtuali),

– servizi (in presenza e online, tradizionali e innovativi),

– persone (bibliotecari, lettori e altri soggetti della filiera del libro)

siano tra loro complementari e si arricchiscano vicendevolmente.

Quindi, occuparsi delle collezioni significa occuparsi della biblioteca nel suo complesso e, di conseguenza, della comunità. Per questo ritengo che sia un tema di grande rilevanza per ogni bibliotecario e per ogni studioso di biblioteconomia. Le collezioni, infatti, possono svolgere un ruolo determinante affinché le biblioteche pubbliche esercitino un crescente impatto culturale, formativo-educativo, sociale, economico ed emozionale sugli individui e sull’intera comunità.

Condivido in modo particolare questa visione olistica di Sara, nella quale le dimensioni phygital (fisica, digitale) e ibrida della biblioteca sono fra loro complementari e si arricchiscono a vicenda. Sul tema delle collezioni digitali e, in particolare, dei born digital vorrei riproporre per una rilettura:

.

.

Credits le immagini di copertina sono di Sara Dinotola.